Se fossero stati in duecento sarebbe stato un successo, ma essere più del doppio ha dato una gran soddisfazione a genitori e insegnanti che ora proseguono la mobilitazione dentro la scuola, in autogestione fino alla mezzanotte.
Il corteo partito alle 17 e 15 dalle scuole Bottego è veramente una bellissima sorpresa. Protaginisti, i bambini che, per tutto il tempo della sfilata hanno gridato a squarciagola “due maestre devono restare perché noi vogliamo imparare”. Era infatti contro il maestro unico lo striscione di testa che apriva la manifestazione, seguito da un altro lenzuolo con su scritto “no ai tagli della scuola”.
Il clima del corteo era gioso, sfilare per le strade del quartiere e accapparrarsi una bella scorta di solidarietà e simpatia da parte dei cittadini di Via Marco Polo ha dato ancora più carica.
Il percorso di ritorno, dopo il dietrofront alla rotonda dell’Ipercoop Lame, ha permesso anche qualche riflessione. Si è parlato parecchio dell’emendamento, proposto dalla Lega Nord, passato ieri in parlamento, che istituisce classi differenziate per i bambini immigrati.
Le Bottego sono scuiole multietniche, qui da anni convivono bambini rom, magrebini, cinesi, sudamericani e italiani e, questa situazione, è considerata dalle maestre e da tanti genitori come un’occasione di arricchimento culturale.
Pertanto la rivisitazione del sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso, previo superamento di test e specifiche prove di valutazione (chi non supera i test viene inviato in classi separate) e il blocco degli ingressi degli studenti immigrati nelle classi ordinarie il 31 dicembre di ciascun anno, e la quota/percentuale massima di presenza immigrata per ogni classe, sono considerati dai più come provvedimenti tesi a discriminare e ostacolare l'accesso al diritto allo studio per i figli dei migranti, fino ad arrivare a vere e proprie classi ghetto.
Quindi, c’è tra i più la consapevolezza che questa battaglia contro la Legge Gelmini e a difesa della scuola pubblica di qualità deve continuare fino al ritiro del provvedimento.
L’unico cruccio della giornata esce dalle parole di una maestra che ha molti anni di anzianità di insegnamento: “peccato per la scarsa presenza dei giovani insegnanti precari… molti se ne sono andati al suono della campanella… la nostra lotta è a difesa della qualità della scuola… ma a pagarne le conseguenze materiali sono soprattutto loro e non si capisce perché partecipino così poco alle iniziative”.
Ore 19,30: continuano ad affluire decine di persone, soprattutto papà (le mamme sono state presenti fin dal corteo) e la scuola si riempe di suoni, canti, urla di gioa. La giornata di lotta si trasforma in festa… E’ veramente la “notte bianca” della scuola bolognese.
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