"E' stato un esempio di democrazia partecipata". Così Alberto Castiglione, regista di "Danilo Dolci, memoria e utopia" che verrà proiettato questa sera a Vag61, ricorda una delle più importanti figure della nonviolenza in Italia. "Era espressione di una democrazia dal basso in una Sicilia anni '50, molto diversa da quella di cui parlano i media ora. Una figura rivoluzionaria ma molto concreta".
Una figura che è stata importante anche per il mondo delle radio libere visto che all'epoca fondò "Radio Libera Partinico". "Era un grande conoscitore dei mezzi di comunicazione - conferma Castiglione - o meglio del senso di comunicare. Gli scioperi che organizzava erano un modo per attirare la stampa e l'opinione pubblica sulle sue lotte. Negli anni '70 sperimenta la prima radio libera nel piccolo paesino di Partinico e lancia 'l'SOS dei poveri cristi' in aiuto dei terremotati del Berice del 1968. Ha anticipato anche in questo".
Cosa può dire, oggi, come testimonianza di vita una figura come Danilo Dolci al movimento di Genova?
"Io credo che se oggi Danilo Dolci fosse vivo avrebbe dato un contributo importante. Nel '68 c'era chi lo criticava e chi lo prendeva come esempio di quelle lotte. Oggi Danilo Dolci sicuramente appoggerebbe i movimenti no global condividendone la direzione ed il senso di giusrizia"