> > > Ascolta l'intervento di Giuseppe (Crash)
Il fiume di falsità e imprecisioni che hanno accomunato gli articoli di
stampa usciti nella giornata di oggi, venerdì 23 maggio, in merito alla
nostra esperienza di autogestione dello stabile sito in via Zanardi 106 ha
dell'incredibile... decisamente complesso e forse prolisso sarebbe
soffermarsi punto per punto su quanto travisato, falsamente riportato,
comodamente e funzionalmente mistificato nel corso di quella famigerata
commissione o quantomeno nelle relazioni che ne sono state date.
Ma qualche punto va necessariamente rimesso al suo posto: primo, la
proprietà mai ad oggi ha richiesto uno sgombero e quella della
magistratura è un'iniziativa per il sequestro autonoma, mossa su assurde
pretese di parallelismi tra l'occupazione di un edificio per finalità
sociali ed i beni in possesso di organizzazioni mafiose o gli abusi
edilizi; secondo, le reti sociali che il Laboratorio Crash! ha saputo
costruire nel quartiere Navile, che conta migliaia di abitanti, non
possono in alcun modo essere messe in discussione da una raccolta di firme
che conta una trentina di persone, che attorno all'assunzione di una
posizione tutta politica il signor Bignami ha portato ieri in una
commissione in Comune. Con i nostri vicini abbiamo sempre parlato, i
problemi di convivenza che ci sono stati abbiamo cercato di risolverli,
sappiamo bene quanto è ricca la socialità che per un quartiere come il
Navile il Laboratorio Crash! rappresenta in un altrimenti desolato
scenario.
Se al signor Bignami non abbiamo null'altro da ricordare che le sue
dichiarazioni rilasciate nella giornata del 6 ottobre (si noti bene,quella
che ci portò a riaprire proprio quello spazio abbondanato di via Zanardi
106), un bagliore in un fiume di tenebre che gli fece intuire la necessità
di riconoscere all'interno della città di Bologna un'esperienza come
quella del Laboratorio Crash!, decisamente diverso è quanto ci sentiamo di
rispondere ai signori Mancuso e Mazzanti.
Pilato Mancuso, nel suo scrollare responsabilità di dosso
all'amministrazione, fa vero e proprio esercizio di rimozione. Una
trattativa da noi cercata per l'individuazione di una sede idonea ad
ospitarci per mesi e chiusa dall'amministrazione Cofferati. Il nostro
passaggio, sempre seguito da sgomberi tutti politici, da 4, e ribadiamo 4,
spazi di proprietà comunale danno bene il segno di quali infime dimensioni
sia la scusa dietro la quale ci si cerca oggi di nascondere addossando le
responsabilità altrove. Proprio il signor Mancuso firmò il 20 di agosto
dell'anno scorso, l'ordine di sgombero dall'edificio comunale di via
Zanardi 48, che interruppe un'altra volta i nostri progetti, che ci spinse
a cercare una nuova sede, un nuovo spazio da restituire alla città, da
rendere di nuovo vivo.
"Sgomberiamo il Laboratorio Crash! Restituiamo al giusto degrado urbano e
sociale un altro pezzo di città! Lasciamo che la desolazione sociale
cresca liberamente, frammentiamo, allontaniamo chi vive e rende viva la
città... Consegnamo alla barbarie di qualche ronda fai da te l'insicurezza
sociale! Priviamo per l'ennesima volta questa città della possibilità che
si creino reti sociali incredibilmente e inaccettabilmente vive, che
riproducano la società su basi altre..."
Ma a quello che tutto ciò produce siamo stati costretti purtroppo ad
assistere di recente. Gli "occhi dei bambini da coprire", rimandano alla
mente i bestiali istinti di informi folle impegnate a "farsi giustizia"
durante i rastrellamenti nella città di Roma. L'intolleranza verso il
diverso accende la miccia che incendia (molto poco metaforicamente
purtroppo) e saccheggia campi rom a Napoli. L'assassinio di un ragazzo a
Verona per mano di una ronda fascista diventa un punto che non fa storia,
da rimuovere e dimenticare, un esempio di un, certo pur sempre brutto,
"disagio sociale". Nella via Zanardi "roccaforte leghista", come è stata
ultimamente definita, qualcuno è riuscito a raccogliere, in 7 mesi 30
firme... 4 firme al mese... Questo stesso è il segno inconfutabile di un
territorio che non ci è ostile, con il quale non smettiamo di lavorare per
impedire che queste barbarie sociali si producano, dell'attraversamento e
dell'occasione di ricomposizione sociale che uno spazio come il
Laboratorio Crash! in quel quartiere rappresenta. E di fronte a tutto
questo la nostra controparte, l'amministrazione Cofferati, non sa nemmeno
chiedersi a chi e a cosa sta consegnando la nostra città... Una cecità
allarmate, indice di un preoccupante futuro anche per una città così
potenzialmente vitale come Bologna.
Ma noi non vogliamo e non sappiamo assecondare queste derive securitarie.
Ci troverete sempre là, a costruire barricate contro l'intolleranza e per
la libertà di scegliere di sè, a difendere le conquiste di una società che
vuole ancora immaginarsi viva e solidale, laddove ci sarà da difendere uno
spazio, una famiglia sotto sgombero, un campo rom sotto attacco. E lo
faremo presto nelle piazze, nelle strade, ovunque in questa città. Il
Laboratorio Crash!, gli spazi sociali sociali bolognesi, non si toccano!
Laboratorio Crash!
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