A sei mesi esatti dalla bellissima giornata dedicata ai migranti nell’ambito delle manifestazioni del luglio genovese, si svolgerà a Roma una grande manifestazione nazionale per esprimere una opposizione radicale al progetto di legge Bossi – Fini e portare in piazza un progetto alternativo di cittadinanza e di convivenza. L’appuntamento del 19 gennaio nasce da un lungo lavoro di approfondimento, confronto, mobilitazione sul tema dei diritti dei migranti portato avanti nei mesi scorsi da una pluralità di soggetti: si tratta di un percorso costruito attraverso la connessione di tante lotte diffuse nei territori, una trama di elaborazione e di organizzazione che ha visto nelle Assemblee nazionali dei Forum sociali di Firenze e di Roma due momenti costitutivi. A preparare il terreno per l’appuntamento nazionale sono state decine di manifestazioni locali coordinate svoltesi tra novembre e dicembre nelle principali città italiane, tra cui la Marcia della Dignità dell’1 dicembre che a Bologna ha raccolto una grande partecipazione di italiani e migranti.
La manifestazione, promossa da un appello pubblicato il 30 dicembre da Manifesto, Liberazione e Unità, ha ricevuto moltissime adesioni, da gruppi, associazioni e comunità di immigrati, dalle tantissime associazioni antirazziste italiane, dal volontariato impegnato accanto ai migranti, dai partiti, i gruppi e le reti afferenti ai social forum, dalle associazioni sindacali, da tanti intellettuali e lavoratori. Al forum sociale romano che sta curando l’organizzazione della manifestazione è giunta anche una lettera aperta di adesione da parte di Berlinguer e altri esponenti della sua mozione all’interno dei ds, cioè le soggettività più sensibili nell’ambito del centro-sinistra al problema della alienazione di diritti in atto attualmente in Italia. Da notare anche la partecipazione dei sindacati confederali, che hanno tra l’altro in cantiere per febbraio una ulteriore manifestazione di lavoratori italiani e migranti per la difesa dei diritti del lavoro.
La data del 19 gennaio cade a ridosso della discussione parlamentare sul disegno di legge governativo, prevista per il 16 nella prima commissione del Senato. Obiettivo primario sarebbe quello di bloccare l’approvazione del disegno di legge rivendicando, attraverso una forte mobilitazione di coscienza popolare, l’inalienabilità dei diritti dell’individuo migrante: il diritto alla regolarizzazione, il diritto di accedere ai fondamentali servizi sociali, quali salute, casa, istruzione e lavoro, il diritto di trattamento paritario, in particolare col trasferimento delle competenze dalle questure agli enti locali, il diritto alla libertà individuale e alla difesa contro l’aberrazione dei cpt, il diritto d’asilo. Detto in sintesi, il diritto al futuro che la proposta di legge, se accolta, cancellerebbe del tutto. Altro grande bersaglio della contestazione è la guerra, corrispettivo internazionale della concezione esclusiva ed escludente della cittadinanza: una guerra che sostituisce l’arbitrio del potere al diritto internazionale e legittima l’assoluto disprezzo nei confronti della vita umana.
Ma l’appuntamento del 19 non si muove solo sulla dimensione, peraltro ineludibile, del conflitto e della resistenza: uno dei significati di fondo della mobilitazione è l’edificazione dal basso di un modello di interazione e di socialità nuovo, è il fare società con le comunità e le individualità migranti che coabitano il nostro spazio sociale, è la proposizione di una pratica realmente sperimentale di partecipazione e di convivenza che ogni giorno si svolge nelle nostre città e che unisce e lega dal basso ciò che il potere vorrebbe separare dall’alto.
Grande lo sforzo organizzativo del Social forum romano e dei soggetti locali, che hanno dato vita a diverse riunioni e iniziative nelle singole città e si sono confrontati a livello nazionale il 6 gennaio a Firenze e il 13 a Bologna. Nell’ambito delle iniziative locali è rilevante il lavoro compiuto nella nostra città per esprimere conflittualità sociale nei confronti del cpt di via Mattei, ex Caserma Chiarini, la cui apertura, ormai imminente, convoglierà sicuramente nelle prossime settimane le forme necessarie di opposizione e disobbedienza.
Molti i treni speciali a tariffe agevolate che nel giorno di sabato convergeranno a Roma da tutta Italia. Per chi si muove da Bologna è previsto un treno, prenotato dal Leoncavallo di Milano, al prezzo di 10000 lire (andata e ritorno). Partirà dalla stazione alle 10,00 di sabato mattina per portare a Roma centinaia di persone, migranti e non.
Il corteo della dignità partirà da piazza della Repubblica alle 15,00 e passerà attraverso il quartiere Esquilino, cuore dell’immigrazione a Roma, ritornando poi, lungo via dello Statuto e via Merulana, verso il centro: via Cavour, Fori Imperiali, Piazza Venezia, via Botteghe Oscure, largo Argentina per sfociare infine in piazza Navona.
Il movimento italiano, che in molti hanno dato per spacciato dopo il cataclisma politico degli ultimi mesi e che ugualmente molti hanno tentato di castrare e rendere inoffensivo, ha manifestato la sua piena vitalità lo scorso 10 novembre in occasione della manifestazione contro guerra e Wto, e la stessa vitalità manifesta ogni giorno nel lavoro delle decine di forum sociali locali nati nei mesi scorsi. Quella sui diritti dei migranti è una lotta fondamentale, in quanto lotta contro la variante esasperata di una logica che guida tutto l’agire politico del governo Berlusconi, cioè del liberismo di cui è perfetta incarnazione. È una lotta che interseca e in un certo qual modo esemplifica tutte le altre. Ma, si ricordi, il 19 gennaio è solo il punto di partenza di una percorso che si prevede lungo e per nulla facile. Da qui in poi si dovrà dispiegare in maniera ancora più sistematica quella campagna articolata nei territori che ha già permesso di arrivare alla mobilitazione nazionale. Sono tante le energie sociali in campo, prima fra tutte quella degli stessi migranti. La speranza e l’impegno è che non vengano mai più lasciati soli.