Comunicato del Coordinamento Migranti:
May day, May day! Giorno di lotta del lavoro migrante
Di primo maggio dei migranti abbiamo iniziato a parlare a dicembre dello scorso anno. Dopo la grande manifestazione di Brescia del 27 ottobre e la giornata di mobilitazione contro il protocollo con le Poste del 1 dicembre, arrivava dagli Stati Uniti una chiamata:
tutti i migranti in piazza, nel may day, per chiedere la regolarizzazione subito e la fine delle deportazioni. Da un paese con 11 milioni di cosiddetti irregolari e che ha visto crescere la mobilitazione dei migranti negli ultimi anni, era un appello da non lasciar cadere.
Per questo abbiamo proposto un percorso verso un primo maggio dei migranti. Era naturale che questo percorso s'incontrasse con il percorso della mayday: non soltanto perché la mayday ha sempre parlato di migranti, ma perché i migranti sono i precari tra i precari, e sulla loro pelle si è sperimentata la precarizzazione del lavoro, fino al punto estremo che fa coincidere la libertà con il volere del padrone.
Perché questo vuol dire legare il permesso del soggiorno al contratto di lavoro. In tempi di Bossi-Fini e di vaneggiate nuove leggi nemmeno mai discusse, il dispositivo che lega la vita dei migranti alla precarietà diffusa del lavoro funziona alla perfezione, e produce permessi sempre più brevi, ricattabilità sempre più forte, clandestinità come mezzo di (s)regolazione del mercato del lavoro. In un mondo dove il confine tra regolarità e irregolarità si fa sempre più labile, dove i migranti vivono mesi e a volte anni con in mano una ricevuta che non vale niente, questa pare essere l'unica vera (s)regolazione
prodotta dalla Bossi-Fini.
Di questo abbiamo parlato unendoci al percorso della mayday milanese, che quest'anno assume il sapore di una sfida particolare: adottare la centralità politica del lavoro migrante come chiave di lettura della precarietà. Una centralità che è più di una
sommatoria, e che supera ogni idea di 'classifica della sfiga'. La condizione migrante è infatti diventata in questi ultimi anni la dimensione di una nuova lotta che parla a tutto il lavoro, si diffonde, si radicalizza, avanza parole d'ordine precise.
A Bologna il percorso del Coordinamento Migranti si fa testimone e protagonista di questa dimensione, e alle mobilitazioni dello scorso anno si è aggiunta, come buon auspicio verso la mayday, la Terza Giornata dei Migranti del 20 aprile.
A guardarci bene, i migranti in piazza dell'Unità il 20 aprile e quelli che hanno fatto sentire la loro voce in questi anni in Italia e in Europa, chiedono le stesse cose e non guardano in faccia ai governi: la rottura del legame tra permesso di soggiorno e lavoro,
una regolarizzazione slegata dal lavoro e dal salario, la chiusura di tutti i CPT dentro e fuori l'Europa. Quando la libertà è la posta più alta della lotta, non è facile giocare al ribasso.
La mayday ha assunto questa piattaforma come asse fondamentale del suo percorso. Un riconoscimento anche fisico, perché tutte le realtà che parteciperanno alla mayday hanno concordato sul fatto che saranno i migranti ad aprire grande corteo milanese. Non è solidarietà, è la voce che il protagonismo dei migranti ha saputo conquistarsi.
La richiesta di regolarizzazione che unisce la euro mayday è poi il riconoscimento che la lotta deve essere europea, perché dall'Europa vengono ormai le linee sulle politiche degli stati in materia di immigrazione. Il grido che attraverserà l'Atlantico il primo maggio di quest'anno ci dice però anche altro, ci parla della dimensione transnazionale delle lotte dei migranti, una dimensione cresciuta in questi mesi con la Catena Transnazionale di cui Milano sarà una nuova tappa, inaspettata fino a poche settimane fa, mentre dalla Spagna è partita la chiamata per uno sciopero del lavoro migrante.
I migranti si muovono, reclamano libertà di movimento, diritto di restare. Lo fanno mostrando a tutto il movimento una via da seguire.
Quest'anno a Milano, in Europa, tra le due sponde dell'Atlantico, la mayday sarà davvero giornata di lotta di tutti i lavoratori. E per l'Italia sarà un bel messaggio rivolto a chi guarda al futuro sognando di irrigidire ancor di più la Bossi-Fini e di giocarsi tutto sulla pelle dei migranti: i migranti non ci staranno, le decine di migliaia che saranno a Milano questo primo maggio non ci staranno.
Non siamo soli, abbiamo amici e alleati in Europa e nel mondo. Non fanno guerre, ottano con noi.
Per chi vuole raggiungere Milano, l'appuntamento è alle 9 all'autostazione, il costo è di 5 euro.
Per info e prenotazioni:
> Vai al sito del Coordinamento Migranti
Comunicato del Sexyshock:
Il primo maggio è EuroMayDay Parade !
Il primo maggio precario che sconvolge i confini del futuro!
h. 15, Porta Ticinese, Milano.
COME arrivarci da Bologna?
Uno dei modi e' col pullman di Sexyshock:
euro 10 a/r , partenza 1 maggio, h 10 dall'Autostazione, ritorno entro mezzanotte.
PERCHE' partecipare alla Parade?
Perche' la precarieta' non e' una sfiga personale, ne' una contingenza: segna le nostre vite, nutre le nostre coliti psicosomatiche, manda in rosso i nostri sparuti conti in banca.
Perche' e' tempo di riprenderci la libertà di scelta sui nostri corpi e sui nostri desideri, di attivare reti di solidarieta' e di lotta, senza lasciare nessun@ a combattere in solitudine.
Perche' e' tempo di godere!
CHI organizza e partecipa all'EuroMayDay Parade ?
Migranti, lavoratrici e lavoratori precari@, collettivi queer, donne incazzate che rinunciano volentieri al ruolo di angelo del focolare, sabotatrici di confini...
Per saperne di piu':
> Vai al sito dell' euromayday
... e sicuramente ci divertiremo di piu' che a una grigliata sui colli: garantito! :)
PER COMPRARE i biglietti del pullman e INFO potete passare da Betty&Books, Via Rialto 23/a o telefonare al 3471346652