A cura di nca Malabocca
Almeno un migliaio di persone hanno partecipato alla mobilitazione antifascista promossa dai centri sociali in Piazza Nettuno. Solo poche decine, invece i partecipanti al comizio del senatore Stefano Morselli sul crescentone, in buona parte orgogliosamente agghindati con simboli esplicitamente inneggianti al fascismo.
Due giorni dopo la cacciata di Giuliano Ferrara, insomma, da Questura e Prefettura è arrivata la chiara indicazione di proteggere i neofascisti ad ogni costo. In una piazza totalmente blindata dalle forze dell'ordine e inaccessibile anche ai semplici passanti, il confronto tra neofascisti e attivisti dei movimenti è rimasto sul piano dei numeri.
Lo stesso senatore Morselli, evidentemente innervosito dal magro esito della sua prova di forza, ha contestato la scelta di chiudere ogni accesso alla piazza, sostenendo che la polizia avrebbe impedito l'afflusso di molti suoi sostenitori. Il senatore ha poi lanciato la sua crociata contro i contestatori, definiti "quattro scalzacani mantenuti a libro paga dal Comune", che dovrebbero "cominciare a lavorare invece di vendere la droga nei loro centri sociali".
Gli attivisti antifascisti, invece, esprimono soddisfazione per aver costretto Merselli a parlare ad una piazza deserta e per aver messo in campo un presidio partecipato e capace di comunicare con la cittadinanza. Il presidio di Piazza Nettuno si è poi spostato in corteo verso Piazza San Francesco, dove la manifestazione si è conclusa.
Tra i partecipanti molti esponenti di Vag61, Crash, Tpo e Xm24, e anche attivisti dell'Assemblea Antifascista Permanente, unitisi agli altri manifestanti dopo il presidio in Piazza XX Settembre.
Una nuova prova di forza, di compattezza e di vitalità dei centri sociali, dopo la partecipazione alla contestazione a Ferrara ed in vista dell'iniziativa
"Fuori dal Comune" di sabato 5 pomeriggio.
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