All' Ex Mercato ortofrutticolo in Via Fioravanti dal 26 gennaio

Un nuovo cantiere sociale


18 gennaio 2002 - Assemblea di Iper Fioravanti

Un nuovo cantiere sociale aprirà le sue porte sabato 26 gennaio negli spazi dell’Ex Mercato Ortofrutticolo di Via Fioravanti. L’apertura - a cui sono invitati in primo luogo gli abitanti del quartiere Bolognina - avrà luogo con l’inaugurazione della mostra d’arte visiva Exit e rappresenta una tappa importante in un cammino politico che ha ormai alle spalle quasi due anni di maturazione.
Il percorso che ci ha portati in Via Fioravanti ha avuto inizio nella primavera 2000 con l’esperienza della rete Contropiani-Noocse ed è poi transitato attraverso gli spazi di Via Ranzani.
Partita sull’onda di Seattle come tentativo di dare espressione locale alla protesta contro la globalizzazione neo-liberista, la nostra azione è venuta via via definendosi per un’attenzione sempre più marcata alla dimensione territoriale, giungendo a individuare nel concetto di spazio pubblico l’elemento oggi decisivo per la critica materiale dell’esistente.
L’apertura di Via Fioravanti vuol essere un passo ulteriore in questa direzione. Pur nella loro diversità, le numerose attività previste saranno legate dall’obiettivo comune di dar vita a un’esperienza di sfera pubblica non-statuale, espressione embrionale di democrazia diretta, caratterizzata da un forte radicamento nel territorio. Tenteremo di collocarci nel quartiere come uno spazio aperto e a disposizione di tutti, provando a socializzare verso l’esterno del movimento quella che per noi è stata l’esperienza più preziosa di questi mesi di lavoro comune: la contaminazione e la messa in rete dei saperi, la scoperta di forme di socialità alternative a quelle sottomesse alla logica del profitto capitalista, il piacere della conoscenza reciproca nel dialogo tra generazioni diverse. Parlare di radicamento territoriale non significa per noi rivolgerci al quartiere con un progetto predefinito e offerto a scatola chiusa; significa, piuttosto, innescare un processo di progettazione permanente insieme agli abitanti del quartiere, renderci disponibili a un divenire comune, offrirci al territorio come un fattore di moltiplicazione delle potenzialità che già esistono al suo interno allo stato di latenza. Intendiamo il quartiere come un sistema di relazioni in continua trasformazione e la forte connotazione multinetnica dell’area della Bolognina ci appare come un’occasione unica per mettere alla prova la nostra capacità di costruire relazioni come terreno di sperimentazione politica. Per far ciò occorrerà mettere l’accento su ciò che ci lega alla condizione dei migranti: in primo luogo la produzione di reddito e quindi lo status di lavoratori-produttori di ricchezza, la schiavitù del lavoro che opprime e umilia la tensione creativa della vita.
Più che un progetto, Via Fioravanti si è data insomma un programma di lavoro, aperto a un divenire da cui nemmeno noi sappiamo bene che cosa possa uscire. Quello che sappiamo per certo è che ciò a cui teniamo è un percorso di cooperazione ampio e intelligente, che sappia ricostruire trame efficaci di trasformazione materiale dell’esistente. Si tratta letteralmente di riprogrammare uno spazio che, per ironia della sorte, è un ex-mercato, luogo costruito per vendere e comprare merci e che ora sta per rovesciarsi nel suo opposto, in uno spazio di cooperazione sociale sganciata dal profitto. Nel momento in cui gli spazi pubblici tradizionali vengono smantellati per lasciare il posto alla loro parodia - ipermercati, centri commerciali, dove le persone si ammassano a celebrare il rito della merce anche nel loro tempo “libero”- noi ci troviamo di fronte alla possibilità di riprogrammare un ex-mercato trasformandolo in un luogo comune sottratto alle logiche dello scambio.
E’ in questo senso che abbiamo pensato a Via Fioravanti come a un sistema operativo a programmazione libera (open source, stile Linux), su cui far “girare” numerosi applicativi in grado di dialogare e interagire tra loro. In pratica, ecco che cosa si troverà in Via Fioravanti:

NETWORK
DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE
L’obiettivo è quello di dotarsi di strumenti che consentano di superare la condizione di invisibilità a cui il sistema mediatico condanna tutto ciò che non serve o minaccia il mercato. L’ipotesi è di costruire un sistema integrato (radio, carta stampata, portale internet, produzione video) al fine di far circolare all’interno del movimento (ma ovviamente, nei limiti del possibile, anche all’esterno) notizie ed immagini che non altrimenti avrebbero alcuna speranza di riuscire a perforare il muro del sistema mediatico ufficiale. La sfida è aperta su almeno due fronti: da un lato, si tratta di ampliare la sfera del visibile e del sapere sociale, dall’altro, di avviare un percorso di analisi critica della comunicazione ufficiale, decostruendone i meccanismi e mettendone a nudo le strategie di falsificazione.

LIBERA UNIVERSITÀ CONTROPIANI
Iniziato lo scorso anno in Via Ranzani, il lavoro della Libera Università Contropiani è una sperimentazione intorno alla produzione sociale di sapere. Le attività caratterizzanti portate della LUC sono state fin qui l’organizzazione di seminari di approfondimento su temi e snodi critici dell’attualità e le presentazioni di libri, con l’obiettivo di contribuire a costruire la “cassetta degli attrezzi” con cui leggere e decifrare le trasformazioni in atto. Con il passaggio in Via Fioravanti l’idea è di provare a sperimentare concretamente il metodo dell’inchiesta metropolitana, della ricerca sul territorio intesa non come puro reperimento di informazioni ma come costruzione di relazioni.
CENTRO
DI DOCUMENTAZIONE
Libreria, rivisteria, biblioteca: un punto informativo e di consultazione aperto al pubblico.

SCUOLA DI ITALIANO PER MIGRANTI
Iniziata già da tempo, l’esperienza della scuola per migranti troverà in Via Fioravanti la sua collocazione ideale, sia per la specificità territoriale del quartiere, sia per la possibilità offerta ai partecipanti di entrare in contatto con tutta una serie di altre attività.