Sciopero dei lavoratori Rdb dell'aeroporto Marconi

Domani sciopero dei lavoratori dello scalo bolognese. Ascolta le interviste tratte dalla trasmissione Vagamondo e guarda le foto del presidio del 27 febbraio.
2 marzo 2008 - nca Malabocca

> Ascolta la puntata di Vagamondo del 1 marzo '08 "I mille volti del lavoro": la seconda parte è dedicata alle mobilitazioni dei lavoratori dell'aeroporto

Continua la protesta dei lavoratori dell'aeroporto Marconi, che da molto tempo stanno organizzando presidi e manifestazioni per denunciare la drammatica e incredibile situazione lavorativa che stanno vivendo.
Per domani è previsto lo sciopero convocato da RbB, che bloccherà i voli in diverse fasce della giornata.
Questa serie di proteste è da vedere come la risultante di anni in cui la Sab, la società che gestisce l'aeroporto, ha messo in campo un intricato meccanismo di esternalizzazioni dei servizi di terra.
In questa scatola cinese, fatta di appalti e subappalti, chi ci rimette sono solo e sempre i lavoratori. Infatti la Sab, che appunto dirige tutto l'aeroporto, nel corso degli anni ha dato in gestione tutti i servizi di terra a varie aziende. Queste, date le tariffe bassissime che propongono per attirare utenza, sono in ribasso e non riescono a pagare nè gli stipendi dei lavoratori,nè i loro contributi.

Ma non è una novità per l'aeroporto, tant'è che l'ultima cooperativa rimasta in appalto per due anni, la Doro Group, non ha mai pagato i contributi e anzi, nel settembre 2007 ha dichiarato che dal 15 dello stesso mese non avrebbe più garantito i servizi: semplicemente chiudeva, portandosi via la cassa.
A questo punto è iniziata la mobilitazione dei lavoratori (soprattutto di RdB, Cgil e Uil) che ha portato ad un accordo separato, firmato però solo da Cgil e Uil, il quale pevedeva che la cooperativa Giacchieri entrasse al posto della Doro Group. Ebbene, la situazione non è migliorata. Anzi, per rientrare nelle spese, la Giacchieri ha licenziato 33 lavoratori attraverso una procedura a dir poco inconsueta: una lista di proscrizione.
I licenziamenti infatti erano stati stabiliti a tavolino, e nella lista erano segnati i nomi di coloro che avrebbero perso il posto, poichè erano quelle persone che nei mesi pecedenti avevano creato fastidio all'interno dell'aeroporto, ribellandosi, facendo sciopero e manifestando contro questo assurdo sistema di subappalti. Non solo: i lavoratori licenziati non hanno nemmeno ricvuto la lettera di licenziamento, nonostante le ditte dicano il contrario.
C'è anche un altro elemento significativo in tutta questa complessa vicenda, che dimostra quanto queste scatole cinesi di appalti e subappalti finiscano sempre col nuocere drammaricamente ai lavoratori. Il passaggio di gestione dei lavori dalla Doro Group alla Giacchieri, avvenuto nel settembre 2007, ovunque prende il nome di "gara d'appalto" ma non stavolta dove invece si è trattato di "mobilità". Il motivo è naturalmente economico: in una normale gara d'appalto, come stabilito dal decreto Bersani del 2006, la ditta appaltante (in questo caso la Sab) ha la piena responsabilità su tutte le inadempienze delle ditte appaltatarie (Marconi handling e Doro Group, che già ha passato la palla alla Gesticoop).
Quindi, secondo un normale procedimento di cambio d'appalto, ora sarebbe la Sab a dover pagare ai lavoratori stipendi e contributi arretrati, non pagati dalla Doro Group. Invece queste ditte hanno messo in scena una finta procedura, facendo dichiarare ai lavoratori che ancora non avevano ricevuto la lettera di licenziamento di essere iscritti alle liste di mobilità, cosa che non era vera. Così la Sab non ha nessun obbligo nei confronti dei lavoratori, e questi, non avendo pagato i contributi, non hanno diritto all'indennità di di mobilità, ma solo a quella di disoccupazione
(che scadrà l'8 marzo).

Intervistando i lavoratori che lo scorso mercoledì partecipavano al presidio all'interno dell'aeroporto, si è potuta toccare la drammaticità della loro situazione, soprattutto perchè la maggior parte di loro è composta da extracomunitari, per i quali le cose si complicano dal momento che senza lavoro non hanno più diritto al permesso di soggiorno. La protesta, che appunto continuerà con lo sciopero di domani, coinvolge non solo questi 33 lavoratori che ormai si trovano senza occupazione, ma anche molti altri che ancora sono dipendenti dell'aeroporto. Questa serie di licenziamenti non è stata dettata infatti da una carenza di richiesta di servizi, poichè la mole di lavoro, e soprattutto gli introiti dell'aeroporto sono in crescente ascesa. Piuttosto, si è trattato solo di risparmiare, poichè al posto dei 33 licenziati ne sono stati assunti pochi altri con minori qualifiche, che ad esempio non hanno sostenuto i corsi per acquisire il patentino aeroportuale o per riconoscere le merci. Chi ora lavora ancora nell'aeroporto deve sobbarcarsi molto più lavoro, arrivando a fare starordinari di 150/200 ore mensili, con uno stipendio fortemente ribassato (300 euro).
Per questo i lavoratori stanno lottando in modo deciso da molto tempo, per far riassumere immediatamente i lavoratori licenziati, per avere i loro stipendi e contributi arretrati e per la garanzia di ogni diritto sul luogo di lavoro. Domani appunto sciopereranno le RdB, anche se l'azienda si è già messa sulla difensiva spostando illegalmente gli orari di molti voli nelle fasce protette, costringendo al lavoro tutti i dipendenti.

Presidio aeroporto
Presidio aeroporto
Presidio aeroporto
Presidio aeroporto