Riflessioni sul caso Antonini

Passata la bufera polemica sulle dichiarazioni del sindaco di Bologna Cofferati e di alcuni assessori contro Vittorio Antonini, presidente dell'associazione Papillon, si possono trarre degli spunti interessanti sull'atteggiamento delle istituzioni bolognesi
28 febbraio 2008 - Marcello Aguidara

Papillon
Svanita ormai la tempesta mediatica sul caso Antonini, è decisamente il caso porre un attimo di attenzione sul comportamento tenuto dal sindaco Cofferati, che vietò la partecipazione di Antonini alla rappresentazione teatrale "Gli invincibili" di Erri de Luca in un teatro bolognese. Tale divieto, essendo espressa dalla carica istituzionale più alta a livello locale, ha provocato forti polemiche. In particolare era evidente l'intenzione di minare diritti come la libertà di espressione e di opinione, aggravando il gesto nell'indirizzarlo ad un carcerato come Antonini che sta dedicando la sua vita da recluso tentando, con la sua associazione ONLUS Papillon – Rebibbia, di recuperare i carcerati attraverso la pratica della cultura. Può essere questa una colpa? La scusante addotta dal sindaco riguardava il passato terroristico di Antonini, volutamente trascurando che la motivazione per cui era stato invitato era per testimoniare l'opera meritoria della sua associazione carceraria. Il sindaco invece ha voluto mettere in scena una battaglia morale ed ideale ormai retrograda, col solo scopo di aver mostrato il suo lato più oppressivo, appoggiato dalla stampa locale e da molti dei suoi assessori.