Tornano a lottare per la loro libertà e contro lo sfruttamento del lavoro

Migranti: no al lavoro e al silenzio

Mobilitazione per l'abolizione del legame tra permesso di soggiorno e lavoro, per la libertà di movimento e il diritto di restare, per la chiusura dei CPT dentro e fuori l'Europa.
20 febbraio 2008

Il 16 febbraio ha rappresentato per alcune città italiane il giorno della mobilitazione dei migranti che si battono ancora per cancellare il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro; per denunciare i lunghi tempi d'attesa per i rinnovi del permesso e l'ipocrisia del Decreto Flussi; per migliorare le informazioni; avere un trattamento dignitoso ed eliminare la clandestinità nella quale sono costretti a vivere.
Tra le troppe promesse ricevute e i riscontri reali ottenuti c'è ancora un abisso.
Il Decreto Flussi, varato un paio di mesi fa, non fa altro che costringere i migranti al lavoro nero e all'insicurezza.
Inoltre, la caduta del governo Prodi rende ancora più urgente la loro lotta: continuano a pesare le file all'ufficio stranieri, i costi esorbitanti delle Poste, il ricatto della legge Bossi-Fini e dei CPT.

Ma i migranti non si fermeranno: domenica 24 febbraio alle ore 15 si riuniranno in assemblea al centro Zonarelli in Via Sacco 14, per decidere quale sarà il loro prossimo passo; un confronto per decidere come affrontare questa nuova fase e come portare avanti le loro rivendicazioni.

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