Sabato pomeriggio il dio Nettuno ha assistito all'incontro della massa critica, meglio nota come Critical Mass.
Luccicanti e arrugginite, sportive e classiche, grintose e romantiche. No, questo non è l'ennesimo raduno di rombanti auto: sono le bici ribelli di Critical Mass. Questo esercito di biciclette sfreccianti promuove da molti anni uno stile di vita più rispettoso della natura, meno veloce e più Umano.
Un tentativo per risvegliare i nostri corpi assuefatti all' Auto-matismo: Macchine Celibi, smettete di girare per inerzia e pedalate!
La forza di questa protesta in bicicletta sta nel suo poggiarsi paradossalmente sul codice stradale: nulla può vietare ad un gruppo di bici di gironzolare per le strade della città. Un modo assolutamente originale per manifestare, senza incorrere nei fascisti residui legislativi che regolamentano le proteste associative.
In questo modo i ciclopedi diffondono volantini informativi agli autisti che incrociano nel loro percorso casuale. “E' eccezionale il fatto che ci si muova per istinto, tutti nella stessa direzione, improvvisando il tragitto”, dice uno dei promotori.
Niente percorso prestabilito, dunque, per questi Khorakhanè della strada.
L'incontro di ieri assume un valore ancora più speciale, in quanto promotore della manifestazione è il comitato “Cofferati cambia aria!”. La protesta voluta da WWF, Cobas, Pcl ed altre realtà associative intende denunciare per attentato alla salute pubblica il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati.
Ecco di seguito il volantino diffuso dai manifestanti:
COFFERATI: CAMBIA ARIA !!!
Oggi, gennaio 2007, è stato denunciato per attentato alla salute pubblica il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. Nei primi 11 mesi del 2007, infatti, nella nostra città sono stati 86 i giorni di superamento del livello di PM10 previsto dalla vigente normativa, rispetto ai 35 consentiti in un anno. Inoltre, sono 5 i mesi in cui si è avuto un superamento del valore medio consentito. Così, il sindaco di Bologna, che riteniamo responsabile delle politiche
riguardanti la mobilità urbana, mette a rischio la salute di tutti i cittadini: secondo fonti comunali, nel 1998 sono state attribuite direttamente al PM10 ben 252 morti e, tra gli altri effetti, 1084 casi di bronchite acuta.
Non rispettare i limiti previsti dalla legislazione europea, recepita dal nostro paese, oltre a comportare rischi per la salute, comporta anche il pagamento di sanzioni, che poi si riverseranno sui cittadini sotto forma di tasse. Risultato: aria nociva a pagamento!!!
La denuncia per la qualità dell'aria non esaurisce le nostre critiche alle politiche ambientali e di mobilità di questa giunta. Nonostante l'immagine di una Bologna eco-sostenibile che il Comune vuole trasmettere, le piste ciclabili presenti sul territorio non rappresentano una rete integrata di comunicazione e spesso sono create sui marciapiedi rubando spazi ai pedoni, oltre a presentare ostacoli ed essere scarsamente manutenute. Lo spazio va tolto ai veicoli inquinanti che quotidianamente uccidono chi decide di rispettare l'ambiente!
La mancanza di un'adeguata politica ha come effetto il disincentivare l'uso di un mezzo ecologico quale la bicicletta.
Inoltre le linee di intervento per ridurre l'inquinamento come il controllo degli accessi nella Zona a Traffico Limitato (SIRIO) mirano a tutelare solo il centro storico, trascurando il periurbano.
Come a dire che il diritto alla salute di chi risiede fuori porta conti di meno!
Per non parlare del progetto del “passante nord”, opera costosa, inutile, dannosa.
Sarebbe un grave errore credere di risolvere il problema tangenziale con un'altra autostrada, che finirebbe per incrementare il traffico e per diffondere su un'area più vasta gli effetti dell’inquinamento, oltre che indurre ulteriori forme di disordinata urbanizzazione.
Riteniamo anche il progetto della METROPOLITANA inutile: i fondi stanziati, almeno 453 milioni di euro, dovuti agli scavi da effettuarsi per interrare la linea, potrebbero essere invece impiegati per un miglioramento del trasporto pubblico già esistente.
La soluzione ai problemi di mobilità e di inquinamento va cercata in politiche che rendano la scelta di mezzi di locomozione ecologici e pubblici realmente perseguibile. Rivendichiamo il diritto di precedenza assoluta delle biciclette e di ogni altro mezzo a energia umana e l'abolizione dei privilegi concessi alle auto. Occorre disincentivare il culto suicida dell'automobile, che conduce l'umanità al consumo dissennato di risorse non rinnovabili, per il controllo delle quali il mondo è insanguinato da guerre.