Venerdì 21 Dicembre, in Piazza Nettuno dalle ore 15 alle ore 18, in segno di solidarietà con i lavoratori della Sabiem e in ricordo dei caduti sul lavoro
della ThyssenKrupp di Torino, verranno vendute rose.
Il ricavato andrà agli operai. Verranno, poi, deposti i fiori davanti al Sacrario dei Caduti per la lotta di Liberazione dal nazi-fascismo.
Per rendere omaggio a quegli italiani che resero possibile, con il sacrificio della propria vita, la stesura, negli anni successivi, della “Costituzione Italiana”. Che recita al primo articolo: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Hanno già aderito alla manifestazione di solidarietà:
Pino Cacucci, Carlo Lucarelli, Danila Comastri Montanari, Stefano Tassinari, Patrizio Roversi, Andrea Mingardi, Vito, William Michelini dell’Anpi.
“Nell’aria amara e vuota una larva del suono/ delle sirene spente, non una voce più/ ma in corti fremiti in onde sempre più lente/ un aroma di mescole un
sentore di sangue e fatica.”
“Riecheggia nell’ora di oggi/ quel rigoglio ruggente dei pionieri: sul
secolo giovane,/ ingordo di futuro dentro il suono in ascesa/ la guglia del loro ardimento…”.
Sono versi belli (di una bellezza dolorosa) di Vittorio Sereni, scolpiti negli anni cinquanta del secolo scorso. Quando ancora si credeva (scommetteva) nel lavoro.
Così, nel silenzio generale, si sta cancellando, a poco a poco, la cosiddetta civiltà industriale. Così come avvenne per la civiltà contadina (con tutti i suoi guasti che ancora oggi scontiamo).
Gli operai sono soli nel deserto urbano. Isolati. In una condizione di infelicità. Nuovi indiani. Come lo sono stati i contadini.