Il Governo preferisce parlare di assassini e delinquenti

Aggiornamenti dalla Francia

Ad una settimana dalle rivolte di Villiers-le-Bel il governo non vuole riconoscere la questione sociale delle periferie e preferisce parlare di assassini e delinquenti da incarcerare.

4 dicembre 2007 - Gualtiero Manin

banlieues Ad una settimana dai disordini di Vilier-le-Bel il governo francese
non e' disposto a cambiare opinione rispetto all'accaduto.
Tramite Frederic Pachenard - direttore generale della polizia
nazionale - fa sapere che "si esclude completamente la responsabilita'
degli agenti della pattuglia coinvolta", sottolineando che " si e' trattato di un banale, seppur tragico, incidente stradale". Riguardo il rapporto definitivo dell'inchiesta sull'incidente, si dichiara che " E' stata coinvolta una mini-moto che non era omologata, che non avrebbe avuto il diritto di circolare e che i due giovani non indossavano il casco. Cio ha contribuito di fatto all'epilogo tragico di questa storia". E' ancora "tragico incidente" quindi aggravato
dall'irregolarita' del veicolo e dei giovani conducenti.
"Cose che capitano quando non si ripettano le leggi" il sottinteso
che ne trapela.
Ma la versione della polizia si scontra con la miriade di foto e di
video che in questa settimana hanno affollato le pagine dei media
nazionali. Contro la versione di un normale incidente stradale ,
infatti, c'e' una macchina della polizia che, stando alle
dichiarazioni ufficiali, risulta troppo danneggiata per un banale
incidente a 40km orari. Nonostante esperti dei piu svariati ambiti i
siano in questi giorni spesi pubblicamente per avvalorare tale
ipotesi, nonstante il rapprto dell'Ispezione Generale della Polizia
Nazionale abbia sapientemente fatto circolare la notizia che, a
distruggere il mezzo, sarebbero stati i primi 'casseur' arrivati sul
posto; Venerdi, con grande sorperesa di tutti, e' stato pubblicato un
video amatoriale, recapitato a "LeMonde", nel quale si mostra come la
situazione fosse straordinariamente calma nelle ore che hanno seguito
la tragedia e nel quale si vede chiaramente come gli automezzi
coinvolti non siano stati ne spostati ne danneggiati ulteriormente
dalla gente accorsa.
Il rapporto mente spudoratamente quindi, ma non e' un dramma!
"La polizia ha visionato il video amatoriale pubblicato da LeMonde?"
- chiede un giornalista forse un pò troppo sopra le righe e con poco
spirito patriottico - "No comment" e' stata la risposta.
Poi la precisazione: "comunque si e' trattato di un pretesto per un
certo numero di delinquenti e assassini per scatenare delle violenze
contro la polizia".
Niente da dire quindi sulla strana dinamica dell'incidente, se c'e
qualcosa di cui parlare e di cui scrivere, è di questi assassini, di
questa feccia che di stare tranquilla proprio non ne vuol sapere.
Riguardo alle inchieste della magistratura il signor Pechenard e'
molto chiaro, non avendo piu nulla da indagare sui fatti di domenica
sera , ci si può tranquillamente focalizzare sui giovani rivoltosi:
"Ci sono due inchieste aperte, una sugli incendi e sulle azioni contro
le forza di polizia, ed un'altra sui soggetti che hanno utilizzato
armi da fuoco durante gli avvenimenti. Vorrei ricordare che la pena
per il tentato omicidio di un agente della forza pubblica e'
l'ergastolo - 'reclusion a perpetuitè' -, e noi cercheremo di
assicurare alla giustizia tutti quelli che hanno commesso tale reato".
"Ma vorrei rassicurare tutti sul fatto che gli agenti colpiti da colpi
di arma da fuoco sono stati solo casi relativamente rari e isoltai;
malgrado la situazione difficile - 82 agenti feriti nella seconda
notte su 350 schierati complessivamente- la professionalita' della
polizia francese ha fatto si che non si perdesse il sangue
freddo"..."Noi abbiamo un motto! Zero morti!!!".
A tutto cio fanno sponda le dichiarazioni del Primo Ministro Nicolas
Sarkozy che, giovedi sera, ha incassato un miglioramento dei sondaggi
sul suo gradimento, dovuto alla disperazione dei francesi per la
questione della violenza e dell'insicurezza urbana. Durante un
intervista a TF1 ha dichiarato che "la repubblica non indietreggerà di
un solo passo" e che " gli autori degli scontri saranno presi uno per
uno e assicurati alla giustizia". Incalzato dalla sinistra sul tema
degli scarsi investimenti nel sociale ha risposto che "Chi ha fatto
quelle cose a Villier-le-Bel non ha nulla a che vedere con un problema
sociale, e la risposta dello Stato a queste situazioni non puo essere
un aumento dei fondi a spese del contribuente!"..."La risposta ai
casseur deve essere l'arresto dei casseur!". Sarkozy ha quindi
concluso promettendo l'istituzione di una reparto specializzato per le
gestione della violenza urbana, equipaggiato con armi non letali
(Teaser e Flashball).
Ma vediamo, piu da vicino, quali sono i numeri delle persone che,
secondo il governo, dovrebbero scontare anni di pena carceraria,
permettendo cosi il ripristino della legalita' e della pace nella
periferia parigina.
Secondo il portavoce della cancelleria, Guillaume Didier, sarebbero un
totale di 62 i procedimenti penali gia eseguiti con altri 39 in ordine
di esecuzione: undici i maggiorenni gia tratti presso le patrie
carceri e altri 4 in regime di carcere preventivo. Il dato che piu
sconvolge e' la proporzione di minori coinvolti negli scontri, 22 su
62 totali. Vedremo se verranno proposti ergastoli anche per loro.

Intanto la stampa nazionale casca dalle nuvole e si chiede il perche'
di tanta aggressivita' nei confronti dei media (in merito alle
numerose troupe della televisione assalite a derubate).
Liberation scrive che i rapporti tra popolazione e banlieues non sono
mai stati cosi tesi. I giovani non vogliono piu essere intervistati
perche' "voi deformate tutte le nostre parole!". A rafforzare tale
idea e' il fatto che le equipe televisive, durante i fatti, hanno
filamto prevalentemente le forze di polizia e della BAC. Questo,
scrive Liberation, ha fatto credere agli abitanti che i media non
facevano altro che ripetere la versione ufficiale delle cose ed erano
completamente dipendenti da quelle che erano le notizie date dai
distretti di polizia.
Ad una settimana di distanza possiamo ragionevolmente credere che la
sensazione popolare sui media avesse piu che un semplice fondo di
verita'.

Approfondimenti:

> Ascolta l'intervista ad alcuni militanti del M.I.B. (Mouvement de l'Immigration dans le Banlieues) a cura di Radio Onda Rossa

> Ulteriori informazioni (in Francese) 1 - 2