Venerdì 19 ottobre dalle 14 alle 22

CampiAperti in piazza Verdi

Su iniziativa dell'Associazione CampiAperti, venerdì 19 ottobre piazza Verdi ospiterà dalle 14 alle 22 la festa dei produttori e dei consumatori biologici di XM24, Vag61 e Savena: mercato biologico di frutta, verdura, vino, farine, trasformati, oli, formaggi, prodotti equi e solidali, prodotti erboristici, informazione, letture, musica, video e tanto altro.
17 ottobre 2007 - Associazione CampiAperti

CampiAperti Programma:

Ore 14 > Apertura mercato, apertura punto informativo, proiezioni e musica

Ore 15 > Microfono aperto per interventi d'informazione e contributi dagli spazi che ospitano i mercati

Ore 16 > Dimostrazione di erboristeria

Ore 17 > Letture poetiche con accompagnamento di organetto di Barberia

Ore 18 > Aperitivo offerto dai produttori dell’associazione e discorso inaugurale

Ore 19 > Musica dal vivo coi Rumeno Fantastic

Ore 20 > Musiche e balli della tradizione popolare con La Lanterna Magica e Roberto Bucci

Ore 22 > Chiusura mercato

Progressivamente, con determinazione e costanza, ha trovato accoglienza negli spazi sociali di questa città, autogestiti e non, l'idea e la pratica che non debba e non possa esistere un antagonismo tra produttore e consumatore. Questi, infatti, non fanno parte di due mondi divisi e devono essere riavvicinati. Ciò è possibile attraverso i mercati di vendita diretta, che adesso, a Bologna, sono ospitati a VAG61, all'XM24 e a Savena.
La nascita dell’Associazione Campiaperti è un’importante tappa di un’esperienza cominciata alcuni anni fa. Attorno alla necessità di costruire alternative di consumo per i cittadini e di vendita per le aziende agricole, nel 2002, infatti, nasceva a Bologna la palestra di autodifesa alimentare, dall'incontro di lavoratori, studenti e agricoltori biologici. Ed è proprio a partire da quell'esperienza che si cominciò a ripensare l'idea del mercato di vendita diretta, con la gioia di conoscere e di gustare ciò che ogni giorno mangiamo e beviamo e di sapere che ciò che più ci piace è il meno contaminato possibile. Consapevoli del fatto che le risorse, nostre e del pianeta, non sono infinite e che modificare i rapporti di produzione e fruizione può portare/riportare la nostra umanità a sentire più profondamente il rapporto tra noi e la terra.
Per questo l’esperienza della vendita diretta è anche riscoperta del territorio attraverso i suoi prodotti. Non più merci che vengono da centinaia o migliaia di chilometri di distanza, coltivati con mezzi e metodi sconosciuti, ma prodotti veri, freschi, sani e di qualità che hanno ancora il sapore della terra da cui sono stati raccolti.
I mercati diventano spazi in cui è possibile costruire nuove relazioni e un diverso modo di socializzare, un'altra inclusione che sfugge alla regola imperante della produzione e del consumo impersonale, in luoghi senz’anima come i supermercati. L’assenza di intermediari fra produttori e consumatore permette agli agricoltori di avere un reddito più adeguato per la loro attività e ai consumatore di poter acquistare prodotti sani e di qualità a prezzi convenienti. L’agricoltura non è più solo business e speculazione ma torna a essere lavoro creativo e stimolante. Ritrova forza il fare agricoltura contadina con le sue difficoltà e le sue soddisfazioni.
Allora, oltre alla pratica dei mercatini, è stata fondata un'associazione, è stata chiamata Campiaperti- associazione per la sovranità alimentare e, proprio perché declina il verbo associare, rimanda al concetto di inclusione, valido per ciascuno di noi e utile a costruire una cooperazione sociale nata dall'incrociarsi della molteplicità delle persone.

Per info: mercato@vag61.info - tel. 3491662971


L'Associazione CampiAperti

campi aperti L'Associazione CampiAperti è un'associazione di produttori e consumatori che si impegna e lavora per il sostegno dell'”agricoltura contadina”. L'agricoltura contadina rappresenta un nuovo e allo stesso tempo antico modo di fare agricoltura, legato a un rapporto più stretto con la terra, a un modo di produrre pulito senza l'uso di prodotti chimici, alla semplicità, alla bontà dei prodotti, alla loro stagionalità. L'agricoltura contadina valorizza le risorse abbondanti, in particolare il lavoro umano, e fa economia su quelle rare, sostiene gli insediamenti rurali, salvaguarda l'ambiente e le risorse naturali, la biodiversità e la qualità degli alimenti.
L'agricoltura contadina si pone in contrasto all'agricoltura convenzionale, all'agrobusinness, alle sofisticazioni genetiche, a un modo di fare agricoltura che fa uso di grandi quantità di prodotti chimici e di macchinari per massimizzare le produzioni a rischio della salute dei consumatori, a scapito della qualità dei prodotti e in modo assolutamente innaturale. Questo modo di fare agricoltura ha portato l'individuo a perdere il contatto con la terra e con i suoi frutti e a vedere l'agricoltura esclusivamente come fattore di speculazione economica.

Attività

L'Associazione CampiAperti attualmente gestisce tre mercati settimanali di produttori biologici a Bologna. Il più vecchio e consolidato mercato è quello dell'XM24 (in via Fioravanti 24 tutti i giovedì dalle 17.30 alle 21), da cui si sono sviluppati un anno fa il mercato del VAG61 (in via Paolo Fabbri 110 tutti i martedì dalle 18 alle 21) e recentemente il mercato del Quartiere Savena (in via Udine tutti i venerdì dalle 17.30 alle 20).
L'Associazione organizza iniziative, fa informazione, collabora con altre associazioni, gruppi e istituzioni al fine di promuovere l'incontro tra produttori e consumatori responsabili, di promuovere e divulgare l'uso e la pratica dell'agricoltura contadina biologica, delle produzioni eco-compatibili, del risparmio delle risorse naturali, di promuovere e divulgare la ricerca di strumenti per il controllo della qualità dei prodotti e l'autocertificazione delle produzioni biologiche, basati sul confronto diretto tra produttori e consumatori, sul controllo reciproco tra i produttori, sulla condivisione delle esperienze e delle conoscenze tecniche.

Vendita diretta e regole per l'ammissione ai mercati

La vendita diretta è una pratica fondamentale per il sostegno dell'agricoltura contadina e un'attività che ha riscosso molto successo e interesse nei consumatori in questi ultimi anni. Attraverso la vendita diretta possiamo conoscere chi produce quello che mangiamo, chiedergli informazioni su come lavora e sulle caratteristiche dei suoi prodotti. Non più alimenti che vengono da migliaia di chilometri di distanza, tenuti in celle frigo per giorni e giorni, prodotti con metodi sconosciuti in zone sconosciute, con altissimi costi in termini di utilizzo delle risorse e di inquinamento ambientale. I prodotti che troverete ai mercati sono il più possibile locali e tutti biologici. Al fine di garantire ciò, tutti i produttori che partecipano al mercato devono entrare a far parte dell'Associazione e seguire alcune procedure: innanzitutto devono essere disponibili per una visita in azienda per verificare le condizioni di ammissibilità all'Associazione, devono discutere la propria candidatura nell'assemblea del mercato, redigere un documento di autocertificazione che garantisca il rispetto delle regole che l'Associazione si è data assumendosene la responsabilità sia di fronte ai soci che di fronte a tutti i consumatori.
Saltando i diversi passaggi che le merci devono sostenere per arrivare alla grande e piccola distribuzione e quindi, eliminando costi ulteriori che vanno a gravare sul prezzo, la vendita diretta permette ai produttori di ottenere una retribuzione più equa del loro lavoro e ai consumatori di acquistare prodotti freschi e di ottima qualità a prezzi convenienti.

Breve storia dell'Associazione e dei mercati

Verso la fine degli anni'90 l'incontro tra un gruppo di contadini che praticano l'agricoltura biologica e alcuni consumatori responsabili dà vita al Coordinamento per la Sovranità Alimentare. Il coordinamento si attiva per discutere e dare risposte concrete alla necessità di un nuovo modo di fare agricoltura che riscopra le tradizioni e i sapori antichi, ma che allo stesso tempo utilizzi le “tecnologie pulite” a disposizione per produrre in modo naturale, riscoprendo l'importanza di essere contadini e non solo imprenditori agricoli. Una pratica che viene individuata a tale scopo è la vendita diretta. Viene data primaria importanza al rapporto diretto fra produttore e consumatore attraverso cui si instaura una relazione di conoscenza e di fiducia che permette al rapporto di continuare nel tempo. Molto importante è anche il rapporto con i gruppi d'acquisto solidale (GAS) con cui si diffonde la pratica della consegna delle cassette. I produttori confezionano delle cassette di prodotti freschi e di stagione che consegnano in luoghi e ore prestabiliti a dei consumatori singoli o a gruppi di persone che si mettono insieme per acquistarle. Fondamentale per lo sviluppo dell'attività del Coordinamento e per la nascita del mercato di vendita diretta è il rapporto con un centro sociale di Bologna, l’XM24. E' nei suoi spazi, infatti, che si decide di dare vita al primo mercatino settimanale. Inizialmente il mercato è composto da poche unità di produttori e le vendite non sono molto incoraggianti, ma dietro all’aspetto commerciale c’è una forte motivazione che fa credere ai contadini in questa esperienza. Effettivamente la scommessa viene decisamente vinta dopo un paio di anni. In questo periodo si sviluppa una certa sensibilità verso i prodotti sani e biologici, in particolare in seguito alle catastrofi alimentari a cui ha dato luogo lo sviluppo di un’agricoltura totalmente volta al profitto senza nessun rispetto di quelle che sono le regole che la natura impone (mucca pazza insegna). Si sviluppa un certo interesse verso il biologico ma è ancora poco accessibile per via dei suoi costi e della sua diffusione ancora poco abbondante, visto che nei supermercati viene relegato a prodotto di nicchia per signore progressiste benestanti, e anche i NaturaSì (qualche anno fa meno abbondanti di oggi) sono, delle specie di supermercati “dietetici” dove spendi molto e mangi poco. Da queste premesse ci vuol poco a capire che un’iniziativa come quella del mercatino bio non può che avere successo. Ottima qualità a prezzi convenienti e in più la garanzia di sapere chi produce quello che mangi.
Il mercato di via Fioravanti suscita molto interesse e l’abbondante partecipazione di gente al fa capire come ci sia lo spazio per crearne dei nuovi. Così nel 2006, con l’appoggio di un altro centro sociale, il VAG61, nasce un nuovo mercato alla Cirenaica. Ma appena un anno dopo, e siamo nel 2007, l’esperienza dei mercatini è già matura per triplicarsi, e così nasce un nuovo mercato nel Quartiere Savena con la collaborazione del Quartiere stesso e della Scuola di Pace. E’ un passo importante che può servire come inizio di un percorso in cui le amministrazioni locali recepiscono la necessità di esperienze di questo tipo. Allo stesso tempo, il gruppo informale del Coordinamento per la Sovranità Alimentare si costituisce in associazione col nome, appunto, di CampiAperti.


“CampiAperti” e il “biologico”

Cosa significa “biologico”?
Sarebbe facile definire un prodotto biologico se facessimo riferimento solo al Regolamento CEE n. 2092/91 che stabilisce una serie di norme dettagliate per la produzione, trasformazione ed etichettatura dei prodotti vegetali e animali.

Basterebbe dire che un prodotto “biologico” deve essere ottenuto utilizzando metodi colturali che escludono l'uso di prodotti chimici di sintesi (concimi, insetticidi, fungicidi, diserbanti, etc.) e di organismi geneticamente modificati (OGM) e che invece, per esaltare la produttività del terreno e la resistenza delle colture alle avversità, sfruttano le interazioni naturali fra gli organismi viventi, l'ambiente fisico e le tecniche agronomiche.

Basterebbe dire che un prodotto di origine animale è biologico quando proviene da animali nutriti con alimenti biologici e allevati in condizioni di benessere.

Per noi questa definizione di che cosa significa “bio” è assolutamente parziale e insufficiente.

I regolamenti non parlano del tipo di azienda che pratica l’agricoltura biologica.

Per noi di “Campi Aperti” è importante che sia un’azienda contadina, non industriale, perché il lavoro umano è la risorsa più pulita e rinnovabile, che produce non consumando petrolio e altre risorse limitate, perché le esigenze delle persone e non il profitto guidino le scelte, perché molti contadini possano abitare l’ambiente rurale e averne cura, e perché si coltivi un po’ di tutto, per la soddisfazione di tutti.

Pensiamo poi che un prodotto agricolo sia veramente “biologico”, cioè sano e ricco, quando viene consumato fresco, e quindi debba restare in un circuito locale, che permette anche di evitare sprechi e inquinamenti dovuti ai lunghi trasporti.

E poi c’è il fattore più importante, e forse per questo più difficile da descrivere in poche parole, ed è quello che fa sì che un prodotto, venduto in un supermercato, non possa mai essere lo stesso che viene venduto direttamente da chi lo coltiva e lavora a chi lo consuma. Anche se entrambi biologici, anche se prodotti dalla stessa azienda.
Perché nella vendita diretta contano le relazioni e le comunità, sono queste a dare valore ai prodotti e non viceversa.

Sono queste relazioni e queste comunità che possono portare alla ricostruzione di una relazione buona e feconda con la terra.