Cari malcapitati,
allora... come si vive nell'incubo? Già, non è una bella sensazione. Una sensazione di soffocamento che vi segue da vicino. Una specie di claustrofobia che all’aperto non passa. Anzi.
Camminate per strada, e sentite sempre una presenza alle spalle. Vi girate e sembra proprio che quegli uomini con basco e manganello ce l'abbiano con voi. E spesso è così. Avete una birra in mano, e questa è una colpa che le tenebre non perdonano.
Leggete il giornale, e improvvisamente davanti ai vostri occhi si materializzano schiere di mostri. Pronunciano frasi senza senso, ringhiano, minacciano. E il fatto che abbiano giacca e cravatta non vi tranquillizza.
Nel silenzio sentite voci gelide. Parlano di sicurezza, legalità, ordine. Altre invece sanno di inquisizione. Sono fantasmi. Fantasmi del passato.
Affitto, bollette e conti vi perseguitano. Vi sentite in pericolo, insicuri, traballanti. Precari.
Avreste voglia di urlare al mondo, di scriverlo sui muri.
Ma non potete.
Cercate rifugio in quel posto dove si paga poco, c'è sempre qualcosa di interessante e non vi sentite controllati. Arrivata alla porta. Ma è murata. Lo spettro dell'ottusità è passato anche qui.
L'incubo è sempre più angosciante. Ma dall'incubo ci si sveglia. L'angoscia si trasforma in rabbia. Il bisogno in desiderio. Ricominciate a respirare. Poi non vi basta più, respirare. E' ora di cospirare.
Buona giornata.