Il nuovo “fronte della legalità” a Bologna

Gli studenti di Iskra: “niente dipinti nel far west dello sceriffo Cofferati”

Il Collettivo i studenti medi Iskra interviene sulle misure antigraffitisti annunciate dalla Giunta Comunale di Bologna e lancia un grido di allarme: “il mondo che ci appartiene e nel quale siamo cresciuti viene lentamente eliminato, con la pretesa da parte di alcuni di vivere in una città morta”.

1 settembre 2007 - Studenti medi-ISKRA Bologna

Dopo le sparate fasciste dei sindaci di Verona e Treviso, la galera proposta per i lavavetri dal sindaco DS di Firenze, anche Bologna doveva dire la sua....
Come sempre, il clima estivo crea problemi e disagi, soprattutto ai piani alti. Capita così che il sindaco Sergio Cofferati in mezzo ai vaneggiamenti sulla sicurezza e il degrado di tutta la giunta, voglia spararla più grossa di tutti, arrivando a proporre di vietare ai minorenni di comprare bombolette spray, per evitare che essi “imbrattino” la sua città. Sono aumentati i controlli contro i writers, e si sono avuti già i primi fermi.
Ciò che da anni caratterizza Bologna e la fa apprezzare dalle altre città è il mondo universitario e studentesco e tutto ciò che ne deriva: centri sociali, vie frequentate di sera, i “bivacchi” nelle piazze… Questo mondo, che appartiene a noi e nel quale siamo cresciuti sta venendo lentamente eliminato, con la pretesa da parte di alcuni di vivere in una città morta, con la gente chiusa in casa zitta e buona: una città sicura.
È da anni che il processo di eliminazione del “degrado” va avanti: divieto di vendere alcolici agli alimentari, restrizione per i locali per quanto riguarda la musica e il tempo di apertura, tolleranza zero verso centri sociali e soprattutto repressione per chi fa parte di questi ambienti.
Invece di preoccuparsi di problemi ben più seri, come, il lavoro, le abitazioni, la giunta preferisce demonizzare la nostra generazione, definendo vandalismo ogni espressione artistica, ogni azione politica (manifestazione contro i cpt) e perfino il nostro divertimento, aumentando anche tra la cittadinanza il senso dello scontro generazionale ormai irrimediabile.