Il nuovo "fronte della legalità" a Bologna

E se agli assessori facessimo il "test del palloncino"?

Travolti dall'amore per la "legalità cofferatiana", diversi amministratori della Giunta Comunale bolognese straparlano in libertà. Ultimo tema, in ordine di tempo, ma non di importanza (per loro!), la questione dei graffiti sui muri della città. E' uscita la proposta di un divieto alla vendita delle bombolette spray agli under 18 e la possibilità dell'acquisto vernice solo dopo aver presentato un documento.

30 agosto 2007

graffiti 1 L’hanno definita una proposta inusuale quella che l’Assessore agli Affari Istituzionali, l’ex magistrato Libero Mancuso, ha avanzato per contrastare gli “scarabocchi” (questa la definizione del sindaco Cofferati) che deturpano i muri di Bologna. Si tratta di una iniziativa per “la rintracciabilità dei clienti delle bombolette spray” che conterrebbe il divieto di vendita ai minori degli 18 e l’identificazione, al momento dell’acquisto, di chi si presenta nei negozi di mesticheria o in ferramenta e chiede di comperare una bomboletta. “In questo modo – dice Mancuso – potremmo essere in grado, in caso di muri imbrattati o di atti vandalici, di risalire a coloro che hanno acquistato l’oggetto responsabile del danno”.
Mentre l’assessore va avanti con le sue strambe idee anche negli ultimi giorni delle sue vacanze napoletane, i suoi colleghi di Giunta, a Bologna, proseguono nell’elaborazione del “progetto anti-graffitari”. Che l’esecutivo comunale sia al lavoro su questo tema l’ha confermato Cristina Santandrea, assessore al Commercio (quella che ebbe gli onori della cronaca nel maggio scorso per la sua guerra dello scontrino contro lo spazio autogestito Vag 61). La “psicologa prestata alla politica”, ha annunciato oggi che sulle regole più restrittive contro i graffitari “stanno lavorando le assessore all’Ambiente Anna Patullo e al Bilancio Paola Bottoni”, quest'ultima per la parte sanzionatoria del progetto.
A questa splendida avventura amministrativa dovrebbero partecipare anche gli assessori all’Urbanistica Merola e ai Lavori Pubblici Zamboni. Non solo nelle multe o in un giro di vite, però, la ricetta contro gli autori dei graffiti.
E la Santandrea chiama in causa anche il sindaco Sergio Cofferati: “Parlarne e riservare attenzione al fenomeno non basta, bisogna anche formare le coscienze e il sindaco è la persona più adatta a farlo, visto che predica da tempo la legalità”.
Intanto, la Santandrea, in attesa dei provvedimenti del Comune, i muri del proprio condominio se li pulisce da sola: “Io continuo a pulirli, ma loro continuano a scriverci sopra. Ne ho trovati anche di nuova ispirazione, ma dai toni sempre sciagurati. Di artistico comunque - conclude l'assessora - non hanno assolutamente nulla”.

Il tasso di “legalina” nel sangue degli amministratori bolognesi, a quanto pare, è veramente elavato. Forse sarebbe il caso che, prima di dar loro l’ok ad esternare, fossero sottoposti al “test del palloncino” per capire se sono nelle condizioni di dire qualcosa di sensato.

Altro aspetto da tenere in considerazione: si parla tanto di costi della politica, ma nessuno che abbia qualcosa da dire sul fatto che 6 assessori e il sindaco risultino impegnati in questa importante partita?
Ma, a Bologna, non ci sono altri temi che potrebbero avere un qualche motivo di priorità rispetto a questa “drammatica emergenza”?