Con un nota diramata in serata l'avvocato Carlo Taormina ha comunicato di aver ricevuto da Mario Placanica "l'incarico di intraprendere tutte le iniziative giudiziarie necessarie al ristabilimento della verita' sulla complessiva vicenda che lo riguarda a partire dai tragici fatti di Genova. Mario Placanica intende essere restituito all'Arma dei Carabinieri da cui ritiene di essere stato 'pensionato' a venticinque anni attraverso atti che saranno da me sottoposti all'Autorità Giudiziaria onde accertare se siano stati consumati reati in suo danno". L'ex carabiniere Placanica, infatti, venne prosciolto dall'accusa di omicidio volontario nei confronti di Carlo Giuliani, ucciso in Piazza Alimonda il 20 luglio 2001, in seguito alla richiesta di archiviazione chiesta dal pubblico ministero Silvio Franz e confermata dal Gup Elena Daloiso, per poi essere congedato dall'arma a tempo indeterminato. Una decisione che ora viene contestata dall'avvocato Taormina perché "recenti iniziative della Procura di Catanzaro nonché situazioni che potrebbero essere ricondotte ad omissioni od inerzie ingiustificate, costringono Mario Placanica, insieme alla moglie Sveva Mancuso, ad investire la magistratura dell'accertamento sulle ragioni della impunità, fino a questo momento verificatasi, rispetto ad operazioni estorsive, intimidatorie, qualificabili anche in termini di tentativi di omicidio, in ordine alle quali entrambi hanno conferito all'accertamento penale circostanze precisi e, quando possibile, l'indicazione degli autori di tanto gravi reati". Un riferimento forse all'incidente d'auto dell'agosto 2003 nel quale Placanica rimase ferito in circostanze definite inizialmente "misteriose" tanto da far aprire una indagine, poi archiviata, alla procura di Catanzaro. La nota continua sostenendo che è interesse di Mario Placanica "rivisitare, attraverso indagini difensive e appropriate consulenze tecniche, tutti i particolari della vicenda onde mettere in condizione l'Autorità giudiziaria di valutare giuridicamente il comportamento di chi, diverso da lui, esplose il colpo d'arma da fuoco che attinse al capo di Carlo Giuliani" visto che "da sempre, pur di fronte alla conclusione delle indagini sulla morte di Carlo Giuliani che lo consegna all'opinione pubblica come militare che usò legittimamente le armi, ha dichiarato, anche in sede giudiziaria, di non aver ucciso il giovane avendo esploso i due colpi d'arma in alto e comunque non contro Carlo Giuliani a lui nemmeno visibile".
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