La resistenza opposta il 6 luglio scorso da parte di un centinaio di venditori ambulanti ha segnato un momento di “svolta” nel panorama del classico abusivismo commerciale che ogni estate riempie le spiagge della riviera romagnola. L’inaspettata protesta di massa da parte dei migranti non ha portato a nessun arresto, ma le forze dell’ordine riminesi non si aspettavano certo tanta solidarietà tra i venditori.
A distanza di una settimana, l’assessore alla polizia municipale di Rimini, Roberto Biagini, ha rinnovato il piano di controlli contro il commercio clandestino sulle spiagge. La notizia è stata ampiamente discussa nei giornali locali, che hanno messo in secondo piano l’iniziativa del PAZ e del Comitato Rifiuti Zero (foto Global Project).
Nonostante l’impronta pacifista della protesta della scorsa settimana, durante la quale i migranti hanno solo protestato contro il sequestro delle merci e hanno rivendicato una “regolarizzazione” della loro attività, il nuovo piano repressivo assume toni ancora più rigidi verso un'attività che, prima che una caratteristica del turismo balneare, rappresenta la sopravivenza per centinaia di migranti.
L’azione dei poliziotti prevede l’utilizzo di un elicottero che sorvola le spiagge di Rimini per poi segnalare la presenza dei gruppi di migranti, che nel frattempo si sono formati, agli agenti in borghese. L’intercettazione dei “vu cumprà”, termine di matrice razzista con cui i commercianti migranti sono stati più volte definiti dai poliziotti durante le operazioni di controllo, porterebbe al sequestro della merce ed eventualmente all’avvio delle pratiche di espulsione, come previsto dalla legge Bossi-Fini. Un piano, quello della polizia riminese, che più che volto al rispetto delle leggi, lascia intendere una posizione di ripudio e disprezzo verso questa gente.