Se le inefficenze della burocrazia italina colpiscono tutti qualcuno è colpito più di altri.
Durante la manifestazione dei migranti del 7 luglio contro il rinnovo alle Poste e i ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno, un uomo che assisteva al corteo si è avvicinato, gridando che anche lui deve aspettare per un documento, e paga le marche da bollo.
La Questura di Bologna è venuta incontro alle proteste di alcuni cittadini che vedevano sfumare le loro vacanze, e ha deciso di raddoppiare il servizio per il rilascio dei passaporti, e di aprire in via straordinaria i suoi uffici.
La nota distorta alla vicenda è che le cose non funzionano bene per tutti, sopratutto se si tratta di migranti.
Emblematica la storia di Hamidou Mbengue.
In questi stessi giorni, Hamidou Mbengue, senegalese, ha ricevuto la convocazione per il rinnovo del permesso di soggiorno: dopo aver fatto domanda tramite le Poste, dopo essere andato in Questura per l’identificazione il 18 maggio 2007, Hamidou ha ricevuto la convocazione per “integrazione documenti” (deve portare 4 fototessere) il 5 agosto 2008, cioè tra tredici mesi.
Non si sa se la vicenda è da acrivere ad un errore materiale in Questura,ma ciò che è lampante è che anni di proteste non hanno smosso nulla sul piano dei tempi di rinnovo dei permessi di soggiorno. La distanza tra cittadini e migranti si allarga:i primi possono andare in vacanza, mentre i migranti restano con il rischio della clandestinità, dell’espulsione e della disoccupazione.
Ciò che fa più male è l'indifferenza e l'ipocrisia generale delle istituzioni di cui i migranti si fidano sempre meno.
(dal comunicato del Coordinamento Migranti Bologna e Provincia)
Info: http://www.coordinamentomigranti.splinder.com