Interruzione inattesa al consiglio comunale

Seribo, dipendenti di nuovo a Palazzo D'Accursio

Un gruppo di lavoratori e sindacalisti della Seribo ha oggi manifestato contro la mancata applicazione degli accordi economici già stipulati e il disatteso impegno per un incontro con alcuni assessori comunali. Immediata la risposta di Montalto, responsabile delle relazioni sindacali del Comune: "La colpa non è nostra".
28 maggio 2007

Il Consiglio comunale di oggi è stato interrotto da un gruppo di lavoratori e sindacalisti in segno di protesta contro l'immobilismo di Palazzo D'Accursio. Al centro della questione l'accordo mai applicato che prevedeva l'equiparazione nei trattamenti economici tra gli ex dipendenti pubblici ed i nuovi assunti da Seribo, la societa' che gestisce il servizio di refezione scolastica in citta'. I manifestanti erano circa una dozzina, tra dipendenti e sindacalisti, ma la vertenza riguarda ben 200 persone. Il Consiglio è stato costretto a fermarsi e a trattare con i presenti tramite una delegazione bipartisan (nella quale erano presenti fra gli altri Valerio Monteventi e la guazzalochiana Silvia Noè). Alla fine i manifestanti hanno ottenuto un accordo: la societa', assieme ai sindacati e all'amministrazione sara' convocata in udienza conoscitiva in commissione Attivita' produttive, presieduta da Gian Guido Naldi, approdato nella Sinistra democratica. L'atmosfera resta calda anche a causa delle spiegazioni contraddittorie circa il ritardo che ha causato la protesta: "Ci sono accordi scritti in modo inequivocabile da questa amministrazione” - spiega Michele Vannini (Fp-Cgil) - “un mese fa, dopo l'ultima irruzione in Consiglio, l'assessore Bottoni e Montalto si erano impegnati a convocare un incontro ma ad oggi non e' ancora arrivato uno straccio di lettera". Valerio Montalto, responsabile delle relazioni sindacali del Comune, precisa invece di "aver informato la societa' chiedendo di convocare le parti e di avviare il confronto. La lettera di convocazione deve arrivare da Seribo, noi abbiamo fatto la nostra parte". Insomma, "il ritardo e' della societa'" conclude Montalto.