Questioni occupazionali

Cento facchini della Coop Saragozza rischiano il posto di lavoro

Grave crisi nella storica cooperativa di trasporti e facchinaggio di Bologna, che attualmente a rischio fallimento. I soci-lavoratori chiedono a Legacoop di assumersi le sue responsabilità nei loro confronti e nei confronti della cooperativa.
23 maggio 2007

cooperativa saragozza In una dura nota, i soci lavoratori della Coop Saragozza dichiarano che i responsabili della grave situazione in cui versa l’azienda di traslochi sono sia la direzione della cooperativa che i manager di Legacoop Bologna che hanno voluto inserire nel corso degli ultimi anni l’impresa nel sistema dei supermercati e della grande distribuzione alimentare per scaricarle poi addosso i costi delle esternalizzazioni al massimo ribasso portati avanti in questo comparto (magazzini CICC, allestimenti notturni Coop Adriatica, gestione ribalte CABB, trasporti COIND-appalti pasta Corticella etc).
Qual è, secondo i lavoratori, il risultato di questa operazione?
Da una parte l’aumento dei profitti per i manager e le imprese cooperative della grande distribuzione alimentare, dall’altra il concreto rischio di fallimento e la messa all’asta delle proprietà immobiliari di Coop Saragozza. Proprietà immobiliari che, secondo i facchini, fanno gola a molti anche all’interno di Legacoop.
A seguito di questa situazione, per un centinaio di lavoratori si profila il rischio del posto di lavoro o il passaggio ad altre imprese con una perdita secca di diritti e di salario.
Nella nota si sollecita sia Legacoop sia la direzione di Coop Saragozza – cioè chi viene materialmente ritenuto responsabile questo rischi di fallimento – di assumersi le proprie responsabilità nei confronti di noi lavoratori della cooperativa!
Infine, i facchini rammentano a tutta la città il patrimonio storico rappresentato dalla cooperativa Saragozza, sia per Bologna sia per l’intero movimento cooperativo.
Non usando mezze parole, i lavoratori ritengono ottusa e speculativa la volontà di liquidare Coop Saragozza senza nemmeno tentare un piano di rientro serio dai bilanci negativi degli ultimi.
A conclusione della nota c’è anche un richiamo alle forze politiche della città in cui si afferma che sarebbe moralmente ed economicamente sbagliato dimenticarsi di tutto questo.