Il dramma della casa

"Volante anti-sfratto" in azione a Calderara

Bloccata l'esecuzione di uno sfratto ieri mattina nel paese della bassa bolognese che coinvolgeva una famiglia di cui, uno dei componenti, ha gravi problemi di salute. La solidarietà dei cittadini di Calderara.
19 maggio 2007

Il sindacato Asia-Rdb, il Movimento Autorganizzato Occupanti, e il collettivo
Passepartout hanno deciso di dare vita a una "Volante anti-sfratto", l'occasione per "inaugurare" l'insolita struttura di pronto intervento sociale è stato un provvedimento di sgombero per una famiglia di Calderara di Reno. L'intervento ha ottenuto un primo rinvio delle'esecuzione.
In un comunicato della "volante", viene raccontata la cronaca dell'episodio: "Ieri mattina, dalle 7, abbiamo presidiato la casa di una famiglia minacciata di sfratto a Calderara di Reno. La situazione all'interno
della quale è maturata questa ingiunzione è quella, oramai ricorrente,
di una famiglia che per alcuni mesi non è riuscita a pagare puntualmente
le spese di affitto previste dal contratto. Un problema amplificato
dalla situazione di salute di uno dei membri, in lista d'attesa per un
trapianto, che può avvenire solo nel caso in cui si abbia la certezza di
una casa in buone condizioni. In questo ambito è partita la richiesta di
sfratto da parte della proprietà. Poi, grazie alla solidarietà degli
abitanti di Calderara, tutti gli arretrati dell'affitto sono stati
saldati, arrivando anche ad anticipare il pagamento delle mensilità fino
al prossimo agosto. Grazie a questo pagamento anticipato la proprietà
dell'appartamento aveva promesso di revocare la richiesta di sfratto,
spingendo gli inquilini a rifiutare, ormai rassicurati sulla possibilità
di continuare a vivere nella casa in cui ormai da molti anni vivono, due
case offerte dal Comune in un pessimo stato manutentivo.
Ora la proprietà si è rimangiata tutto, procedendo con la richiesta di
sfratto, incurante della scelta di rifiutare le case offerte dal Comune
che le sue promesse avevano provocato. Ora l'inquilino è stato
stralciato dalla lista d'attesa per il trapianto, e tutta la famiglia
rischia di rimanere senza un tetto sotto il quale vivere. E così sarebbe
stato oggi se, all'arrivo dell'ufficiale giudiziario scortato dalle
forze dell'ordine, non fossimo stati presenti a presidiare la casa.
Proprio in virtù della nostra presenza, lo sfratto è stato rinviato a
data da destinarsi.
Come rete contro gli sfratti e gli sgomberi rilanciamo una lotta che
sentiamo nostra e che crediamo debba essere di tutti: in una crescente
situazione di precarietà sociale la casa è, e deve rimanere, un diritto
garantito per tutti e tutte. La particolarità di questa situazione si
inserisce in uno scenario in cui la casa viene sempre meno percepita
come diritto di chi la vive e sempre più come fonte di profitto per le
proprietà. Le politiche abitative delle amministrazioni sono troppo
spesso latitanti; il governo, che della questione della casa aveva fatto
un suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, continua a travasare
fondi direttamente nelle mani dei padroni immobiliari, invece che
investire nell'edilizia residenziale pubblica. In questo contesto,
situazioni come quella del tentativo di sfratto di oggi, sono in
moltiplicazione. Per questo crediamo che sia importante organizzarci dal
basso per rivendicare il diritto di tutti all'abitare dignitosamente.
Nei prossimi giorni torneremo a fare pressioni sulle istituzioni di
Calderara per far si che nessuno resti senza casa, e che questo non
diventi l'ennesimo esempio della contiguità fra gli interessi dei
padroni di casa e le scelte in materia abitativa delle amministrazioni
Comunali".