Gentile assessore Santandrea,
ho 41 anni, 2 figlie, lavoro all’università di bologna come tecnico laureato e…. frequento il VAG61!
Non credo di averla mai vista da quelle parti… così mi permetto di raccontarle brevemente la mia esperienza.
Cosa ho visto al VAG?
In due anni di frequentazione ho visto molte migliaia di persone diverse (molto diverse: dai frequentatori del vicino dormitorio a gente in giacca e cravatta) partecipare ad iniziative culturali e politiche, spettacoli e laboratori teatrali, proiezioni di documentarie e cortometraggi, presentazioni di libri, dibattiti, corsi, mercato di alimenti biologici e del territorio, trasmissioni radiofoniche e… ebbene si, ho visto anche gente bere una birra a prezzi decenti.
Ma ho visto dell’altro.
Ho visto decine e decine di persone più o meno giovani che, spesso attaccate per le loro idee, hanno lavorato duramente, e gratuitamente!, per permettere tutto questo. Ma soprattutto, e qui cerco di non cadere nella retorica, ho visto qualcosa che mi ha colpito: ragazzi, giovani, studenti, seri, determinati, fortemente impegnati, certamente più di quanto lo fossi io alla loro età, costruire, quotidianamente, un luogo di ricchezza (sociale!) e libertà.
Di tutto ciò ho sentito, da parte delle istituzioni, ma anche della politica in generale e dei giornali che tanto oggi danno rilievo alle sue parole, sempre e solo un silenzio assordante.
Ma sono abituato a guardare alla sostanza delle cose.
La sostanza, dal mio punto di vista, e’ che desidero che questo luogo, e altri mille simili, possibilmente, ci siano ancora quando, tra qualche anno, le mie figlie avranno l’eta’ di scegliere come passare la loro adolescenza e giovinezza. Desidero che ci siano delle alternative al deserto culturale e sociale che ci circonda. E mi piacerebbe che possano decidere se, come i ragazzi che ho conosciuto al VAG, impegnarsi nel costruire queste alternative. Ne sarei orgoglioso.
Altro che alcoolici e bevande!!! Altro che “marginalità sociali criminose”!!!
Per questo difenderò questo luogo, nei modi che potrò e che saprò, dalla violenza degli attacchi di questi giorni.
Cordiali saluti
Giovanni Bazzocchi