Chiusura del Link, parlano i gestori: contro di noi una macchinazione della Questura


2 maggio 2007

Il centro culturale Link va al contrattacco e impugna davanti al Tar il decreto di sospensione della licenza, disposto il 26 aprile 2007 dal Questore di Bologna Francesco Cirillo, dopo che un ragazzo ventunenne era finito all'ospedale per aver assunto una miscela di alcol e droga nella notte tra il 24 e il 25 aprile.
L’accusa di Piazza Galileo, secondo cui la dose di droga acquistata all'interno del Link, per i gestori dello spazio di via Fantoni sarebbe, invece, una macchinazione creata ad arte dalla Questura: “Il questore lasci perdere gli eccessi di protagonismo e venga a documentarsi su quello che facciamo, invece di fare propaganda nelle discoteche”, queste le parole di Luca Santarelli, vicepresidente dell’associazione, ribadite questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
Gli avvocati Mario Marcuz ed Elia De Caro, legali del centro culturale, hanno intanto depositato, lo scorso 30 aprile, un ricorso al Tribunale amministrativo regionale richiedendo la sospensiva dell'efficacia del decreto disposto dal questore. Inoltre, i due avvocati si sono rivolti direttamente alla presidenza del Tar per chiedere una "sospensiva urgente" del provvedimento, in attesa che venga fissata l'udienza.
Le accuse rivolte ai gestori del Link sono pesanti: il pubblico ministero Valter
Giovannini, che ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzandoi reati di lesioni gravi e spaccio dopo il malore che ha colpito il giovane la scorsa settimana.
La Questura ha infatti motivatola sospensione della licenza perché il ragazzo avrebbe "acquistato e consumato all'interno del locale diverse sostanza stupefacenti"; in più al Link gli inquirenti contestano di "non essersi assolutamente attivati nè con il 118 nè con le Forze dell'ordine", quando il ragazzo si è sentito male.
Dal Link ribattono: “Si tratta di falsità assolute. Questa è la prova di una malafede e di una volontà persecutoria contro di noi".
L’avvocato Marcuz ha chiesto di "visionare i tabulati telefonici perché sono dati oggettivi che dimostrano come, dai ragazzi del Link, sia stato allertato immediatamente chi di dovere".
Marcuz, insieme all’avvocato De Caro, ha contestato anche “i difetti nei presupposti di fatto nel decreto della Questura e la carenza di istruttoria
che ha portato il Questore a firmare il provvedimento di chiusura”.
Luca Santarelli del Link ha, infine, aggiunto: “ I nostri bilanci, le nostre autorizzazioni sono tutti in regola. Siamo dipinti per quello che non siamo, noi produciamo cultura, non siamo una discoteca. Per noi, adesso, si profila un danno economico di diverse centinaia di migliaia di euro”.
La vicenda avrà anche uno scenario nazionale, attraverso le interpellanze che i parlamentari Vladimir Luxuria (Prc) e Mauro Bulgarelli (Verdi) presenteranno rispettivamente alla Camera e al Senato.