La denuncia del coordinamento regionale

Ispettori del lavoro senza auto nè rimborsi

In Emilia Romagna gli ispettori del lavoro non hanno in dotazione nessun mezzo per svolgere il proprio lavoro. Si spostano con i mezzi pubblici, a piedi o con la propria auto. E in questo caso, i rimborsi sono pari a quelli di venticinque anni fa.
24 aprile 2007

Mezzi pubblici, auto private se ci sono o, alla peggio, a piedi. È così che in Emilia-Romagna si spostano gli ispettori del lavoro per controllare il rispetto della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il Ministero del Lavoro non mette loro a disposizione nessuna autovettura di servizio, anche in caso di ispezioni in ditte o cantieri lontane dalle città. E anche i rimborsi, per chi utilizza la propria auto, sono decisamente irrisori: ben al di sotto delle tariffe Aci, non adeguati all’usura e aggiornati all’indennità oraria di 25 anni fa. Lo denuncia il personale ispettivo del coordinamento dell'Emilia-Romagna ricordando in una nota che "a seguito dei gravi infortuni con esito mortale" verificatisi nei giorni scorsi, nonostante si sia parlato del "disagio" e della "mancanza di mezzi del personale ispettivo", nessuna direzione provinciale del lavoro ha mai detto con chiarezza che gli ispettori operano senza ausilio di autovetture.
La situazione denunciata dal coordinamento degli ispettori dell'Emilia-Romagna è senza uguali, si legge ancora nella nota: "Comuni, Province, Regioni,Agenzie, Asl e Forze di Polizia, nessuno è nelle nostre condizioni". La nota del coordinamento regionale arriva mentre il Ministero del Lavoro annuncia, per giovedì, la Giornata dedicata alla lotta al lavoro sommerso, occasione in cui verranno presentati anche i risultati delle attività ispettive.