Poteva essere una seduta tranquilla della 1° Commissione. L'atmosfera è un pò sonnacchiosa e per il Comune di Bologna interviene soltanto una funzionaria. Le delibera sono due: la prima riguarda alcune modifiche allo statuto sociale di Hera spa, mentre il secondo atto tratta l'autorizzazione ad Hera ad acquistare azioni proprie. Cifre astronomiche: 15 milioni di euro, per un ammontare massimo di 60 milioni di euro. Il capo gruppo di Forza Italia formula alcune perplessità sulle modifiche statutarie ma i consiglieri dell'Altra Sinistra pongono problemi di tutt'altra natura.
Serafino D'Onofrio del Cantiere trova incredibile che, mentre i servizi erogati da Hera peggiorano costantemente al punto di costringere gli stessi Presidenti dei Quartieri del Centro Storico ad ammettere che la città è sporca e gli interventi sono insufficienti, Hera si dedichi ad operazioni finanziarie puramente speculative. Le perplessità dei Presidenti di Quartiere sono state confermate dalla società che ha organizzato una squadra di emergenza per gli interventi di pulizia finora trascurati. D'Onofrio conclude preannunciando un voto contrario perchè una spa di servizi deve in primo luogo operare nell'interesse dei cittadini. Giunge trafelata Paola Bottoni, assessora al Bilancio, giusto in tempo per ascolatare il j'accuse di Roberto Sconciaforni. Il capogruppo di Rifondazione Comunista sostiene che un rastrellamento azionario sarebbe accettabile soltanto per ostacolare una cordata di azionisti privati intenzionati a compromettere la percentuale di presenza pubblica nella società. Conferma la totale indisponibilità a votare favorevolmente per consentire a Hera di comprare azioni per poi rivenderle. Clima arroventato. L'assessora conclude assicurando che sarà in grado lunedì prossimo di rassicurare i consiglieri sulle finalità che Hera si propone con l'operazione finanziaria.