Impegno civile

Uno Straccio di laicità

La campagna "Uno straccio di laicità" è nata per gioco dai microfoni
dell'emittente fiorentina Controradio, all'indomani della nota Cei contro i Dico. Consiste nel prendere dei piccoli straccetti "rosa porpoa" (il colore dei cardinali) e attaccarli alle borse, alle auto, agli scooter, alle finestre, uno straccetto per dichiarare pubblicamente il desiderio di laicità.
17 aprile 2007

I colori erano quasi tutti occupati . Così gli ascoltatori di Controradio
di Firenze hanno deciso: lo straccetto dovrà essere rosa porpora, il colore
dei cardinali.
La campagna "Uno straccio di laicità" è nata per gioco. Dai microfoni
dell'emittente fiorentina all'indomani della nota Cei contro i Dico. Gli
ascoltatori, sin dal primo mattino, hanno chiesto un segnale, un gesto,
qualcosa per contrastare la continua ingerenza del Vaticano nella vita
politica italiana.
L'idea poi è venuta da sé. Prendere dei piccoli straccetti e attaccarli
alle borse, alle auto, agli scooter, alle finestre, uno straccetto per
dichiarare pubblicamente il desiderio di laicità.
Quello che è seguito è stato un diluvio di telefonate al centralino della
radio. Il giorno dopo l'inziativa si è spostata a Bologna amplificata dai
microfoni di Radio Città del Capo con lo stesso meccanismo, lo stesso
successo. Per le strade di Bologna e Firenze negozi, associazioni, edicole,
benzinai aderiscono e si offrono come centro di smistamento.
"L'importante per noi non è andare contro le gerarchie cattoliche perchè è
quello che loro cercano" racconta Mario Bufano, direttore dei programmi di
Controradio.
"Ci aspettiamo che tutta la campagna si traduca in un' effettiva risposta
politica- spiega Giovanni Dognini direttore di Radio Città del Capo- e
ci auguriamo che lo straccetto varchi presto i confini delle due città."
Anche grazie alla rete, le adesioni si moltiplicano. In centinaia hanno
scritto il loro nome sul sito dell'emittente bolognese. Studenti, impiegati
e precari da tutt'Italia assieme a volti più noti come quello di Alessandro
Bergonzoni, Carlo Lucarelli, Pino Cacucci, Carlo Flamigni e Dario Fo. Sopra
la loro firma l'appello delle due radio. "Siamo tutti divorziati (e aspettiamo la comunione), siamo tutti conviventi, siamo tutti gay, siamo tutti credenti e tutti laici. Ma vogliamo che lo Stato sia laico."