Il concerto di Mal Waldron potrebbe essere l'occasione ideale perché il sindaco Vitali conceda la cittadinanza onoraria al musicista, tanto le visite del pianista americano a Bologna sono frequenti. Addirittura già negli anni '60 suonò diversi mesi sotto le due torri al Whisky go-go, l'attuale Kinki. Poi lo abbiamo ascoltato in varie versioni: in solo, in duo con Steve Lacy (per una collaborazione di lunga data), in trio, con Tiziana Ghiglioni e così via. Questa volta il settantenne pianista arriva con una ritmica americana, il fedele bassista Leonard Jones e il batterista Sangoma Everett. Non c'è più molto da scoprire della personalità artistica di Waldron, con quel suo pianismo sospeso tra Monk e Powell, ma con la capacità di rileggere un songbook che l'ha visto tra i protagonisti (basterebbe citare le collaborazioni con Mingus, Billie Holiday e Coltrane) per un jazz che usciva dal bop per arrivare alla contemporaneità come nei dischi con Eric Dolphy. A Waldron il carisma non manca ma, come si dice a Bologna, speriamo che ne abbia voglia, perché non sempre i suoi concerti sono stati all'altezza della fama. A volte, emerge una certa stanchezza, comprensibile per chi nonostante l'età giri ancora il mondo a portare il messaggio della musica afroamericana.