“E’ una situazione da terzo mondo”, questo è l’allarme dei 90 residenti dell'edificio di via Pontevecchio 77 angolo via Laureti. Lo hanno denunciato questa mattina presso la sede del sindacato RdB tramite l'associazione degli inquilini (Asia): “Da quando è saltata la rete fognaria, nello stabile che già aveva condizioni igienico-sanitarie molto critiche, i muri sono intrisi di liquami, i topi escono dal wc salendo per le tubature e dai soffitti degli appartamenti piovono acque nere”.
I Vigili del Fuoco, tra il 16 marzo e il 2 aprile, hanno fatto tre sopralluoghi, dichiarando quattro appartamenti inagibili: in molti alloggi, tra l'altro, manca anche il riscaldamento, per cui le persone utilizzano stufe a gas, con forte rischio incendio. La quattro famiglie "sgomberate", con bambini di pochi mesi o anziani appena dimessi dall'ospedale, sono state dirottate presso un albergo della città, a spese del Comune, ma solo per una notte. Ora, in molti sono tornati nei loro appartamenti, dopo aver qualche notte in macchina: rischiano però la denuncia da parte della Polizia municipale, per l’inagibilità dei loro alloggi.
Il problema è che dopo una settimana di proteste e allarmi, apparsi anche sulla stampa, "il Comune di Bologna e l'Ausl sono latitanti", accusano gli affittuari, mentre i servizi sociali di Palazzo D'Accursio "se ne lavano le mani".
Per Chiara Lombardi di Asia/Rdb, "il Comune deve farsi carico di questa situazione, queste persone non sono nelle condizioni economiche per permettersi un appartamento sostitutivo".
Solo i due consiglieri comunali Valerio Monteventi (indipendente del Prc) e Roberto Panzacchi dei Verdi hanno dato il loro appoggio alle istanze degli inquilini.
Per martedì 10 aprile, Monteventi, che è presidente della commissione Casa e Politiche Sociali a Palazzo d’Accursio, ha convocato un'udienza conoscitiva con i residenti dell'immobile pericolante, a cui sono
invitati a partecipare gli assessori Virginio Merola e Adriana Scaramuzzino.
Secondo i residenti di via Pontevecchio, però, la vicesindaco avrebbe già detto che il problema non è di sua competenza. Un altro motivo per inasprire il clima da scontro frontale.
Intanto, gli inquilini si sono rivolti all'avvocato Roberto Ruo, che ha già pronto sul tavolo la richiesta di provvedimento cautelare d'urgenza nei confronti della proprietaria, Carla Menghini, titolare di uno studio da amministratore condominiale. In base al quale, una volta approvato dal giudice, sarà costretta a effettuare i lavori di straordinaria manutenzione che, nell'edificio, non sono stati realizzati da almeno 30 anni.
"Secondo il contratto che avevamo firmato- fa notare Tiziana Insinga, la condomina che porta avanti la battaglia a nome di tutti gli inquilini- le opere di manutenzione straordinaria spettano alla proprietà: ognuno di noi ha già fatto un restauro dei propri appartamenti", spendendo in media 20 milioni di vecchie lire: per tutti la necessità di rifare i bagni, il riscaldamento e gli impianti luce e gas che non sono a norma”.
Alle varie lamentele, la risposta di Menghini è sempre stata “andate via di casa”- ha detto la signora Insinga - noi siamo scesi a compromessi perché siamo in situazione di bisogno, ma ora diciamo basta".
Anche perché, "nonostante i sopralluoghi dei Vigili del Fuoco- sottolinea la condomina- l'Ausl non si è mai fatta vedere" e i servizi sociali del Comune "se ne sono lavati le mani il giorno dopo averci mandato in albergo".
Ma gli inquilini non ci stanno. "Siamo in emergenza abitativa - attacca ancora Insinga - non dobbiamo avere trattamenti del genere".
“Gli inquilini possono utilizzare più leve- ha spiegato il loro legale Ruo – a partire dalla sospensione del pagamento dell'affitto, dal momento che è la proprietà la prima ad essere inadempiente".
Per la signora Menghini, che possiede circa 250 appartamenti tra Bologna e Ferrara, significherebbe un mancato incasso di oltre 30 mila euro al mese, calcolando una media di 360 euro di affitto a famiglia (ma c'è
anche chi paga intorno ai 450 euro).