Sono stati presentati ieri i dati dell'ultima indagine condotta da Censis, Sunia e Cgil sulla base di un campione di 5
mila famiglie in affitto. E’ del 112% l'aumento che i prezzi dell’affitto hanno subito nel periodo 1999-2006 in Italia,
una crescita che in alcuni grandi centri urbani (ad esempio Roma e Firenze) è stata pari al 128% negli ultimi 4 anni. Il fenomeno coinvolge 4 milioni e 180 mila le famiglie che vivono attualmente in affitto in Italia, pari al 18,7% delle famiglie (erano il 20,3% nel 2004).
Il disagio di vivere in affitto si misura in relazione al reddito delle famiglie: il 76,4% ricade nella fascia di reddito sotto i 20 mila euro, il 20% tra i 20 mila e i 30 mila euro e solo il 3,5 % dichiara di avere un reddito superiore a 30 mila euro. Per quanto riguarda il canone pagato dalle famiglie in affitto, l'indagine ha rilevato un valore medio nazionale, nel settore privato, pari a 440 euro mensili. Si tratta di un valore medio nazionale dei canoni in essere (e non dei prezzi oggi sul mercato di chi ricerca un alloggio in affitto), rispetto al quale si registrano variazioni
considerevoli sul territorio.
Nel settore privato i valori massimi sono nelle regioni del Centro (580 euro al mese), quelli più bassi al Sud (376 euro al mese). Nel Nord-Est, il canone medio è pari a 454 euro al mese, contro i 426 euro al mese del Nord-Ovest.
Valori molto più elevati si registrano nelle città, con più di 250.000 abitanti: 600 euro al mese, un valore del 53% più alto di quello medio registrato nei centri più piccoli. Resta il fatto che i prezzi di affitto italiani sono molto più alti di molte altre città europee.
Se, infatti, per affittare un appartamento nel centro di Roma o di Milano servono in media 1600 euro, nel centro di Berlino ce ne vogliono 900. Dall'indagine del Censis emerge anche che la condizione di affitto non è una condizione di scelta, è perciò necessaria una "politica sociale per la casa che non vuol dire soltanto spesa pubblica, ma ricerca di
interventi mirati e riutilizzo delle tasse per l'affitto nelle politiche della casa".
C’è poi una grave preoccupazione per un prossimo futuro: entro il 31 dicembre di quest'anno ci saranno 800 mila contratti in scadenza.
Il Sunia ha chiesto al governo "interventi urgentissimi" nella politica della casa e 1 miliardo e 500 milioni di euro "per avviare un sistema di edilizia sociale", perché il mercato italiano degli affitti è una "cenerentola rispetto al quello degli altri Paesi, l'incidenza degli affitti è disumana sia sul lavoro dipendente sia sulle pensioni".