Il Consiglio comunale "grazia" i vigilantes. Nell'aula di Palazzo D'Accursio è andata in scena oggi un'inedita intesa bipartisan per bocciare l'ordine del giorno dell'Altra Sinistra e respingere la richiesta di sospendere, in via cautelativa, la convenzione in corso con il Corpo delle Pattuglie Cittadine, l'associazione finita sotto i riflettori della Procura della Repubblica di Bologna per i fatti delle manifestazione contro la parata militare del 2 giugno 2004. Ma l'inchiesta del PM Morena Plazzi coinvolge anche il settore Sicurezza di Palazzo D'Accursio: è stato infatti aperto un procedimento per il reato di “Abuso d’Uffico” nei confronti di “persone allo stato da identificare” che, in qualità di componenti della Giunta Comunale di Bologna, nello svolgimento delle proprie funzioni, hanno contratto convenzioni con l’Associazione “Corpo delle Pattuglie Cittadine”, a partire dall’1/2/1995 (delibera di Giunta n.241) e, di volta in volta, nel corso degli anni successivi, con altri atti. Il tutto sarebbe avvenuto in violazione/elusione delle norme delle norme del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza e, in particolare, dell’art. 134 che vieta a privati privi della prescritta Licenza Prefettizia di esercitare opera di vigilanza di proprietà immobiliari e di seguire investigazioni o ricerche per conto terzi, ignorando in tal senso la comunicazione del Prefetto di Bologna del 1/10/1996.
Dopo il blitz della Digos in Municipio, il PM ha infatti intenzione di sentire come persone informate sui fatti alcuni funzionari del settore, per far luce sulle modalità di sottoscrizione delle convenzioni.
E' stato il consigliere indipendente Valerio Monteventi a sollevare la questione in Consiglio. Nell'ordine del giorno sono citate quattro delibere e sette determine dirigenziali, che, a partire dal febbraio 1995 e fino all'aprile 2006, che istituivano e, di anno in anno, rinnovavano la convenzione tra il Comune ed il Corpo delle
Pattuglie cittadine.
Ma il voto dell'aula ha assolto i vigilantes. Soltanto il presidente Gianni Sofri si è astenuto (la diessina, Elisabetta Calari non ha partecipato al voto): anche il sindaco Sergio Cofferati, insieme al resto di maggioranza di centrosinistra e all'opposizione, ha respinto al mittente l'ammissibilità dell'ordine del giorno, che finirà così in commissione.
Mentre il consigliere del Cantiere Serafino D'Onofrio parla di "asse pattuglistico per l'illegalità", Monteventi non ci sta e attacca il primo cittadino: “Chi ci voleva insegnare che il comportamento politico si basa sulla legalità non ha neanche avuto il buon gusto di sospendere una convenzione rispetto alla quale sono chiari i capi d'imputazione della magistratura”.
L'ordine del giorno “se lo sono votati solo loro, è stato respinto da un arco così vasto di forte perché evidentemente c'era qualcosa di tecnicamente sbagliato nel riferimento al Testo unico”, ha spiegato qualche minuto dopo l’Assessore agli Affari generali ed ex magistrato Libero Mancuso, “quando mai il Comune è stato coinvolto? L'amministrazione si riserverà ogni valutazione al termine delle indagini della magistratura”.
Insomma, una bella giornata per la democrazia quella a cui si è assistito oggi pomeriggio a Palazzo d’Accursio.