I sindacati confederali della scuola, in una lunga lettera aperta, mettono in fila i problemi e avvisano genitori, docenti e studenti che se il Governo non assegnerà alla nostra regione 500 insegnanti in più per la scuola primaria e altrettanti per la scuola secondaria, ci saranno diverse ripercussioni: dal taglio del tempo scuola e del tempo pieno all’eliminazione della compresenza dei docenti nel tempo pieno, dall’aumento degli alunni per classe al superamento dei parametri di legge per la composizione delle classi ai rischi alla sicurezza legati alla dimensione troppo grandi delle classi.
Al conto vanno poi aggiunti i tagli previsti, ma ancora non noti del personale tecnico-ausiliario, e una situazione intollerabile per quanto riguarda il finanziamento alle scuole, che le porta a non pagare i supplenti, oppure a non chiamarli. I fondi appena arrivati garantirebbero il funzionamento della scuola per non più di sei mesi. La questione degli organici della scuola in Emilia-Romagna si presenta dunque molto drammatica.
Secondo i sindacati, in questa regione, verrebbe messa in discussione la qualità della scuola pubblica e della sua offerta formativa. Siccome queste "sono questioni troppo importanti per poter lasciar correre", i sindacati confederali sono decisi a portare avanti "una mobilitazione, fino ad arrivare allo sciopero regionale se non muteranno le scelte della direzione scolastica e del ministero per quanto riguarda organici e finanziamento alle scuole".
Da anni in Emilia-Romagna c'è una crescita degli studenti: solo nel prossimo anno scolastico è previsto un aumento di più di 13.000 alunni (almeno 4.000 per la scuola primaria, più di 8.000 per la scuola secondaria); incremento analogo a quello dell'attuale anno scolastico. Di pari passo aumentano le richieste di tempo pieno.
Per tutte queste ragioni sarebbe necessario un aumento dei docenti, ma il Governo ha risposto incrementando 0,4 gli alunni per classe (arrivando a 21 in ogni aula) e proponendo un taglio di organico di più di 7.000 posti in tutt'Italia (60 nell'organico di diritto in Emilia-Romagna); altri tagli sono prospettati per l'organico di fatto.
La cosa è tanto più incomprensibile ed insostenibile, a fronte dell'aumento degli studenti e del fatto che da anni l'obiettivo dei 21 alunni per classe è stato raggiunto e superato.
Nelle scorse settimane sono così scattate le proteste di sindacati, genitori e insegnanti e, come risposta, sono arrivati 83 nuovi posti solo per la scuola primaria. Una goccia in una situazione che avrebbe ed ha bisogno di ben altro. Di qui l'allarme e la decisione di mobilitarsi fino allo sciopero.
Concludendo il loro comunicato, Cgil-Cisl-Uil aggiungono che sarebbe ora che la scuola ed in generale la conoscenza e la cultura fossero riconosciute dal governo, non come fonte di inutili spese, ma come un investimento importante per il futuro del paese.