Gli interessi dei “poteri forti” su Bologna

Voi dove lo fareste lo stadio nuovo?

Prima il presidente del Bologna Menarini, poi il segretario della Lega Nord Bernardini, poi il presidente della Commissione delle Attività Produttive del Comune (il PD Lonardo), infine il presidente della Legacoop Calzolari. Tutti a parlare della necessità del nuovo stadio di calcio, in funzione degli europei 2016, del rilancio dell’economia bolognese e cose simili che si dicono in questi frangenti. In realtà, si scopre che dietro l’idea di realizzare il nuovo mega-impianto sportivo in città e non un paese della cintura (è uscita l’idea dell’area del Parco Nord o quella di un’ex caserma su via Stalingrado), in terreni per metà pubblici e per metà privati, ci sta l’onnipresente Consorte (una specie di Moggi dell’economia), interessato al Bologna calcio e proprietario di aree nella zona di cui si è parlato.

12 ottobre 2009 - Carlo Loiodice

Stadio Dallara Voi dove lo fareste lo stadio nuovo? Il mio non vuol essere un invito ad aprire un dibattito fra sportivi, residenti, tecnici, amministratori e cittadini attivi. Ma un invito a fissare la propria attenzione sugli sportivi, residenti, tecnici, amministratori e cittadini attivi che via via sono entrati nel dibattito da quando il problema ha cominciato a porsi. Inutile fare una rassegna completa di ipotesi e soluzioni abbozzate. Ricordiamo la più faraonica e l'ultima in ordine di tempo: Romilia, proposta da Cazzola, e lo stadio al Parco Nord, ben visto dalle cooperative rosse. Come si fa a scegliere?
Una mentalità pragmatico-sperimentale vorrebbe che si provasse prima di pronunciare un giudizio. Ma in questi casi non si può proprio fare. Mica posso costruire Romilia e poi disfarla se non mi piace! Dunque bisogna adottare un criterio di ragionamento.

Qui si possono leggere in sintesi le motivazioni che portarono il noto gerarca fascista Leandro Arpinati a volere e a realizzare il Littoriale (oggi stadio Dall'Ara), inaugurato nella primavera del 1927, oggi bene culturale tutelato dalla Sovrintendenza. Ma in questo, come in altri siti facilmente raggiungibili, non trovo notizie sulla proprietà del terreno, sui prezzi pagati e su plusvalenze realizzate attraverso le compravendite. Già; perché negli anni '20 di spazio a disposizione ce n'era ben più di oggi nelle aree agricole o a bassa urbanizzazione. Si poteva scegliere quella o un'altra soluzione. Ci furono ipotesi differenti? Mi piacerebbe poterlo appurare. Qualcuno realizzò profitti interessanti? Chi? Sono questioni che possono riguardare lo storico dell'urbanizzazione o dell'economia; ma che possono offrire buoni spunti di riflessione anche per l'oggi.
Prendiamo il caso di Firenze. A un certo punto l'amministrazione Domenici decide un'espansione urbanistica in direzione nord-ovest, nella zona detta Castello. Anche Della Valle, presidente della Fiorentina Calcio, si aggrega, concependo colà una cittadella dello sport con stadio nuovo. Si dirà magari che le ragioni topografiche e ambientali facevano propendere la bilancia del ragionamento in tal senso. Ma è mai possibile che la proprietaria delle aree era niente meno che la figlia del leggendario Ligresti, il siculo-milanese del tempo di Craxi e di Tangentopoli? Chi nasce prima: l'uovo o la gallina? Ossia: vengono prima le decisioni dei politici, nelle quali gli immobiliaristi s'insinuano, rapidissimi nel fiutare e nel decidere; oppure sono i secondi a decidere e a comprare, comprando poi anche i politici e instradandone le decisioni?
Credo che a Firenze la grana sia scoppiata anche perché il nome di Ligresti era di quelli che scottavano. Ma chi possiede e cosa qui a Bologna?

Facciamo un passo indietro. Negli ultimi tempi abbiamo visto la nostra curia scendere sportivamente in campo a fianco del Bologna. Lo ha fatto prima Mons. Vecchi e da ultimo lo stesso Cardinal Cafarra (la domenica dopo, il Bologna ha preso 3 a 1 dal Genoa).
Tutti sanno – ma nessuno saprebbe quantificare di preciso – che la chiesa ha parecchi beni al sole. Di tanto in tanto se ne parla; come quando Berlusconi regalò alla chiesa un'esenzione dall'ICI, che evidentemente non poteva essere poca cosa. La stampa cittadina c'informa dei rapporti cordiali intrattenuti con la curia dal costruttore Renzo Menarini, attuale "patron" del Bologna (la firma di presidente è quella di sua figlia – vedi Ligresti e figlia). E Menarini custodisce nel cassetto il progetto di – guarda un po?! – un nuovo stadio.
Puntiamo un momento il riflettore sull'assessore provinciale Giacomo Venturi. Il 25 settembre 2009 La Repubblica di Bologna ne riporta il pensiero.
http://bologna.repubblica.it/dettaglio/la-provincia-apre-ai-menarini:-favorevoli-al-nuovo-stadio/1730087
«... disponibili a parlarne, anche se l´impianto dev´essere inserito in un´area idonea e compatibile», Aree come quelle inserite nel Ptcp, e cioè i poli di Funo di Argelato, Anzola, San Giovanni in Persiceto e del Caab. Ma non solo. L´assessore provinciale all´urbanistica apre anche su altre zone, non contemplate dal piano strategico urbanistico: «Vanno bene anche proposte su altre aree, che la Provincia dovrà poi valutare in base a criteri di accessibilità e di sostenibilità ambientale e territoriale, per capire se possano essere inserite nel piano territoriale come nuovi poli multifunzionali».
Un´apertura notevole, visto che Romilia, il progetto dell´ex patron Alfredo Cazzola, fu bocciato dalla Provincia proprio perché doveva sorgere a Medicina, area non inclusa nel Ptcp. «Quella zona non era idonea secondo i nostri criteri, ma altre potrebbero esserlo».
E vuoi vedere che queste eventuali aree sono già della chiesa o le ha già comprate Menarini, o Menarini ne ha l'amministrazione fiduciaria per conto della chiesa?

Cosa fareste voi a questo punto, se foste nei panni di Calzolari, quello della Coop, non quello dell'università? Ovvio: esprimereste un legittimo e democratico parere, in rappresentanza di un forte settore del mondo economico e della società civile... E giustamente questo parere è stato espresso: un bello stadio nuovo al parco Nord. Lì c'è già una situazione favorevole per via del sistema di trasporti già operante. «Di' su, Calzolari! Mo dit da ban o dit par schérz?" O hai intenzione di disporre dei maxischermi lungo la tangenziale così che uno la partita se la vede in macchina, nell'impossibilità di arrivare alle gradinate? Ci siamo dimenticati il concerto di Venditti alla festa del PD?
Ma no, mi sono lasciato trasportare. Infatti questa discussione non è tra pareri, ma fra interessi. E il mio interesse sarebbe tutt'al più quello di poter passare tranquillamente in macchina sulla tangenziale. Io terreni in quella zona non ho avuto ancora la possibilità di comprarne, vista la mia ridotta e decrescente capacità di risparmio. E se continua così, non dico allo stadio, ma anche al cinema mi sarà difficile andare...