In lutto gli ex operai della Sabiem

Roberto Battelli ci ha lasciato per sempre

E' morto, dopo giorni di grande sofferenza, Roberto Battelli… Era l’anima e il trascinatore del gruppo di ex lavoratori delle Fonderie Sabiem che, pur licenziati, continuano la loro battaglia per il risanamento dall’amianto del perimetro industriale dismesso, contro la speculazione urbanistica che si vuole realizzare nell’area della fabbrica. Roberto si definiva un convinto comunista e ci teneva moltissomo alla "dignità operaia”: era così che la chiamava, spronando i suoi compagni a lottare e a farsi sentire.

4 ottobre 2009

1 - Roberto Battelli Sabato 3 ottobre se n’è andato per sempre Roberto Battelli… uno che non mollava mai. Era, insieme al suo amico fraterno Giovanni, l’anima e il trascinatore del gruppo di ex lavoratori delle Fonderie Sabiem che, pur licenziati, continuano la loro battaglia per il risanamento dall’amianto del perimetro industriale dismesso, contro la speculazione urbanistica che, buttati fuori gli operai, si vuole realizzare nell’area della fabbrica.
E, infatti, Roberto, proprio ultimamente, aveva mandato all’ASL una missiva in cui si chiedeva conto dello stato di inquinamento dell’area. La risposta avrebbe dovuto arrivare il primo ottobre, ma quando, in ritardo, il reseconto dell’azienda sanitaria sarà pronto,a lui non lo potranno recapitare: non ce l’ha fatta a resistere alle sofferenze sopraggiunte a un pesantissimo attacco di cuore che l’aveva colpito alcune settimane fa.
In occasione della durissima lotta per salvare il posto di lavoro, i suoi compagni della Sabiem gli avevano riconosciuto carisma e determinazione, lui quasi imarazzato si scherniva: “io sono solo una persona normale, che lotta fino alla fine per i suoi diritti e per quelli degli altri, sono un delegato di vecchio stampo, mi piego ma non mi spezzo. La Sabiem era un’azienda con molto lavoro, ma l’hanno voluta chiudere per portare avanti una speculazione edilizia. Per far questo ci hanno buttati in mezzo alla strada, come se fossimo stracci vecchi”.
Roberto si definiva un convinto comunista e gli piaceva dare di se un’immagine di uno tosto (“per lavorare in fonderia, devi avere una cosa che non tutti hanno… devi averla nel sangue… altrimenti, puoi fare quello che vuoi, ma non ci riesci”), ma faceva fatica a tenere nascosta la dolcezza che lo caratterizzava.
Un’altra cosa a cui teneva moltissomo era la dignità, “la dignità operaia”, come la chiamava lui, spronando i suoi compagni a farsi sentire. E anche con le amicizie era esigente, non tollerava la viltà: “meglio avere un amico cane che un cane per amico” (facendo riferimento al bellissimo rapporto con il suo amico a quattro zampe).
Quando la Sabiem cessò l’attività, Roberto, dopo 15 anni di lavoro in fonderia si era ritrovato in mezzo a una strada insieme ai suoi compagni, ma ha continuato a lottare con tutti i mezzi, dai presidi davanti ai cancelli alle manifestazioni, dai gruppi di solidarietà su facebook alle conferenze in giro per l’Italia a raccontare la storia della fabbrica di Santa Viola. Per sostenere ancora di più questa battaglia, si era candidato anche nelle liste di Bologna città libera alle ultime elezioni amministrative. Negli ultimi mesi stava lavorando a costruire un coordinamento dei lavoratori in cassa integrazione e in mobilità della provincia di Bologna: “uniti possiamo far sentire la nostra voce, se facciamo un gruppo di auto-aiuto possiamo uscire dal tunnel della solitudine in cui ci hanno gettato, possiamo discutere dei problemi di chi ha perso il posto di lavoro e trovare insieme strategie e forme di lotta…”

2 - Roberto Battelli Roberto si è battuto anche contro un accordo che il sindacato aveva firmato sui trattamenti economici degli ex dipendenti. In una intervista, rilasciata a un giornale all’epoca dell’intesa, aveva sostenuto: “Vogliamo capire perché la vicenda dei lavoratori è stata tenuta separata dalla partita della trasformazione urbanistica dell’area exSABIEM, firmata una settimana dopo l’accordo che abbiamo respinto. Forse dietro tanta sollecitudine c’erano accordi precedenti… Se il sindacato avesse giocato meglio le proprie carte noi lavoratori avremmo potuto essere l’ago della bilancia. Per avere maggiore potere contrattuale le due cose andavano legate… Se questi signori che avevano comprato l’area industriale volevano la conversione dei terreni dovevano prima sistemare noi, dandoci un lavoro degno di questo nome e non un’elemosina”.
E l’orgoglio operaio emerse anche nella vicenda dell’amianto: “Quando lavoravamo non sapevamo niente del pericolo dell’amianto, anche se dai soffitti di Eternit forato pioveva all’interno dell’officina e si sprigionavano polveri continuamente. Ora abbiamo avviato l’iter per avere lo status di “esposti”, ma l’Inail non riconosce il legame tra l’esposizione all’amianto e il nostro lavoro perché il nostro ex-RLS aveva sempre dichiarato che tutto era a posto. Certo che se ce la facessimo avremmo diritto anche a grosse variazioni pensionistiche”.

Guardando alla determinazione con cui Roberto ha affrontato tutte queste vicende vengono in mente i versi di Vladimir Majakovskij, nella poesia “Il corrispondente operaio”: “Avanti, corrispondenti operai!/Sia questa la vostra parola d'ordine: "Scrivere a bruciapelo! Mirate alla radice!”.

Non ha fatto in tempo Roberto a vedere i risultati delle battaglie che con ostinazione portava avanti con gli altri ex operai della Sabiem, forse i suoi compagni di lavoro e di lotta qualcosa riusciranno a vedere, anche se non servirà ad attenuare il colpo ricevuto dalla scomparsa del loro amico. Dolore ancora più grande che ha colpito la moglie, la figlia e la sua famiglia. A tutte e a tutti loro va la nostra vicinanza e il nostro sentito cordoglio.

3 - Roberto Battelli