OLTRE IL DANNO, LA BEFFA…
La CUB scuola è solidale e presente nella lotta contro i tagli freschi e sanguinanti dei 57.000 posti di lavoro (docenti e personale ATA), operati dal governo per mano dei ministri Gelmini e Tremonti; se considerate che vi sono state solo 16.000 assunzioni e che circa 40.000 persone andranno in pensione, è presto immaginabile quale sarà la brutta scuola, immiserita e senza risorse che verrà consegnata al futuro. I precari per anni sono stati utilizzati nelle scuole a coperture di vuoti d’organico, sono stati la colonna portante in alcuni istituti (lo scorso anno, in una scuola di montagna, erano precarie dalla dirigente alla bidella), sono quelli che hanno permesso il funzionamento del sistema formativo in questi anni. I precari hanno conquistato sul campo il diritto di essere assunti tutti e assunti per davvero su tutti i posti disponibili, e questo crediamo sia un punto di rivendicazione da cui non ci si deve spostare. E’ un inutile palliativo, quanto non vera e propria beffa, la proposta dei contratti di disponibilità. Questi rappresentano l’equivalente della cassa integrazione dei privati e che sostanzialmente vuol dire anticamera per la disoccupazione; sono stati pensati allo scopo di “drogare” i lavoratori con false speranze e così bloccare le mobilitazioni. Inoltre dividono i precari e non danno risposte agli ATA. Dobbiamo gridare la nostra indisponibilità a divenire sempre più precari e sempre più ricattabili (se non si accetta una supplenza breve non si ha più diritto al sussidio di disoccupazione e si viene depennati dal posto in graduatoria). Il punto qualificante della lotta deve essere l’assunzione a tempo indeterminato perché la scuola ha bisogno di tutti i precari. I colleghi di ruolo poi si ritrovano a lavorare in condizioni assurde (CON FORTI PRESSIONI DA PARTE DI TUTTI I DIRIGENTI SCOLASTICI), con classi strapiene e senza compresenze. Agli ATA viene chiesto di farsi carico dei tagli, moltiplicando i loro carichi di lavoro (DOVE SI PULIVANO 20 CLASSI IN 4, ORA SI PULISCONO IN 2) . L’unica risposta è la reintegrazione degli organici in modo da garantire un sufficiente funzionamento. Contro queste logiche richieste si pongono i poteri finanziari che puntano a privatizzare la scuola per fagocitare nuove fonti di sfruttamento e guadagno. Non possiamo più accettare che questi disegni vengano nascosti da disonesti richiami alle compatibilità di bilancio. Per decidere le mobilitazioni cittadine e nazionali per ottenere: - L’ASSUNZIONE DI TUTTI I PRECARI DELLA SCUOLA SU TUTTI I POSTI DISPONIBILI - RIPRISTINO DEGLI ORGANICI DELL’ANNO SCOLASTICO 2006-2007
I PRECARI NON HANNO BISOGNO DI AMMORTIZZATORI SOCIALI LA SCUOLA HA BISOGNO DEI PRECARI
Secondo Il ministro Gelmini il precariato della scuola “non ha origine da questo Governo” e “non è vero che i precari sono nati con la scorsa Finanziaria”, senza considerare che la maggior parte dei precari iscritti nella GaE non ha certo partecipato ai concorsi degli anni ’80 e ’90! Il Governo finge dunque di tendere la mano e tenta di rabbonire i precari e l’intera opinione pubblica con i contratti di disponibilità, tra l’altro limitati all’anno scolastico 2009/2010. Noi non siamo disposti a scendere a trattative, difendiamo il diritto al lavoro! Già da queste prime settimane è risultato evidente il disastro causato al sistema scolastico dai tagli al personale: SENZA IL LAVORO DEI PRECARI LA SCUOLA PUBBLICA E’ IN GINOCCHIO! LA TRUFFA DEI CONTRATTI DI DISPONIBILITA’ Precedenza assoluta: pensano di beffarci con così poco? È ovvio che coloro che l'anno scorso avevano una supplenza annuale e quest'anno sono rimasti esclusi dalle nomine provinciali sono i primi reclutabili nelle liste delle graduatorie d'istituto. Indennità di disoccupazione: è già erogata per 8 mesi, 12 per chi ha superato i 50 anni di età. Verrà assegnata a fine mese e il trattamento si interromperà quando al lavoratore verrà prospettato un nuovo contratto (anche ‘breve’ ed a cui non potrà dire di no). Cosa cambia? Smaltiranno semplicemente le pratiche burocratiche, dato che le singole scuole comunicheranno la temporanea assunzione o il rifiuto immotivato della supplenza da parte del precario, senza che questi debba recarsi all’Inps o ai centri per l’impiego. Regioni: potranno finanziare progetti in cui inserire gli insegnanti disoccupati, sottraendo così al Fondo Sociale Europeo risorse destinate alla formazione. Fermo restando che non si può fare economia riducendo la scuola pubblica ad un colabrodo, dov’è il risparmio nella spesa pubblica? Quale sarà dunque il destino di coloro che hanno lavorato per anni su cattedre assegnate dai dirigenti?
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