Nessun collaborazionismo con chi promuove ignoranza e razzismo

Le proteste di Bifo

Davanti alla scuola in cui insegna, le Aldini Valeriani, Franco Berardi si presenta ogni giorno con un cartello con cui informa delle ragioni del suo “sciopero di coscienza” ad oltranza. Alla redazione dell’Altro, invece, ha spedito una lettera di “cessata collaborazione” a causa della partecipazione del direttore Sansonetti allo shoow di Berlusconi a “Porta a Porta”.
16 settembre 2009

Franco Berardi Bifo LE RAGIONI DI BIFO
Ogni giorno alle 19 mi reco davanti alola scuola in cui insegno con un cartello di denuncia nel quale dichiaro lo sciopero.
Dal momento che questo tipo di sciopero non è previsto dalle normative, è probabile (direi certo) che nei prossimi giorni qualche misura verrà presa nei miei confronti.
A quel punto chiederò a tutti i cittadini liberi di venire con me ogni sera alle 19 davanti alla scuola Aldini.

Ecco il testo del cartello:
NON POTENDO COLLABORARE
CON CHI UCCIDE LA SCUOLA
E PROMUOVE L’IGNORANZA IL RAZZISMO LA VIOLENZA
DICHIARO
SCIOPERO DI COSCIENZA
FINCHE’ LE BELVE SE NE SARANNO ANDATE
docente
FRANCESCO BERARDI


Questa è la lettera spedita oggi alla redazione dell’ALTRO, con cui Bifo interrompe la collaborazione al giornale:
Fra il 1995 e il 2001 collaborai ad un programma televisivo che si chiamava Mediamente. Era un programma sulle culture che stavano formandosi nello spazio di Internet. Forse qualcuno se ne ricorda. Per me fu una bella esperienza, ma finì quando, dopo la seconda vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, venni invitato a intervistare con deferenza un guerrafondaio governativo se volevo rinnovare il mio contratto. Non firmai il contratto e li mandai a cagare. Peccato, rinunciavo a uno stipendio e a comparire su quello schermo.
E’ davvero indispensabile comparire sullo schermo televisivo?
O piuttosto: è ancora possibile comparire sullo schermo televisivo senza scomparire nel buco nero dell’im-mondo?
Piero Sansonetti è mio amico, gli voglio bene e penso che sia una delle menti più brillanti del mondo giornalistico italiano.
Non posso però assolutamente capire quel che ha deciso di fare iersera, presentandosi alla trasmissione di Bruno Vespa (incontestabilmente una delle menti più servili del mondo giornalistico italiano), in una celebrazione di regime, che aveva fra l’altro la colpa di censurare la voce di Giuseppe Floris conduttore di Ballarò.
La scelta di partecipare era discutibile e pericolosa. La sua performance è stata penosa. Trovandosi di fronte all’uomo che possiede il 95% dell’emittenza televisiva e che usa la pubblicità per distruggere la libertà di informazione, gli ha permesso di dire che nel sistema comunicativo italiano vigono le normali leggi del mercato, proprio mentre una trasmissione concorrente veniva messa a tacere per non disturbare.
Sansonetti ha ripetuto due volte che in Italia non è minacciata la libertà di espressione. Forse ad un convegno di sociologi avremmo potuto apprezzare la sottigliezza della sua analisi, ma in quell’occasione appariva soltanto il collaboratore di un regime infame.
Sul giornale L’Altro di ieri Sansonetti ha spiegato che non gli piace l’aventinismo e può darsi che abbia ragione.
Ma una colpa assai peggiore è quella del collaborazionismo.
E di questa colpa non lo posso perdonare.
L’Altro è stato un esperimento giornalistico importante ed innovativo.
Ha cercato di reinventare il pensiero sociale libertario al di fuori dell’eredità asfissiante della sinistra italiana, moralista e subalterna al neoliberismo che ha portato al disastro la società
italiana.
Ma per fare un’operazione come quella che L’Altro ha tentato non ci si può prestare ad accuse di collaborazione con un ceto governativo come questo.
L’esercizio spregiudicato dell’intelligenza non può dissociarsi neppure per un minuto da una coerenza etica rigorosa.
Con rammarico debbo di conseguenza comunicare la sospensione di ogni mio rapporto con il giornale L’altro.