Crisi e condizione operaia a Bologna

A rischio centinaia di posti di lavoro nel settore editoriale

Molti dei grandi quotidiani che stampavano una parte delle copie distribuite giornalmente in centri stampa del nostro territorio, hanno deciso di trasferirsi.


15 settembre 2009

editoria Mentre in tutta Italia fervono i preparativi per far riuscire la manifestazione per la libertà d’informazione che si terrà a Roma sabato 19 settembre, questa mattina, durante l’assemblea provinciale dei delegati CGIL, si è sollevato il grido di allarme per il futuro dei lavoratori dell’editoria del nostro territorio.
Nei grandi gruppi che editano quotidiani sono in atto riorganizzazioni che avranno riflessi drammatici per Bologna e provincia.
La crisi si è abbattuta fortemente anche nel settore della carta stampata: Il gruppo RCS ha accumulato un passivo di quattro milioni di euro nel primo trimestre 2009; il gruppo Espresso è arrivato a un passivo di due milioni, assieme a un -18% nei ricavi; il gruppo Caltagirone ha, invece, messo insieme un passivo di 14 milioni.
Per quanto riguarda la realtà bolognese, il gruppo Espresso ha deciso di sganciarsi dal centro stampa nella zona Roveri, a fronte di una riorganizzazione nazionale che prevede una chiusura di sei centri stampa, uno dei quali è quello di Bologna.
Anche il gruppo Rcs che si avvale della stampa di un’azienda bolognese (che attualmente ha fatto ricorso la cassa integrazione straordinaria) ha deciso di ridurre di 50 mila pagine la produzione affidata qui: entro un anno c'è l'intenzione di abbandonare il nostro territorio.
Poi c’è il caso della "Grafica editoriale" di Bologna dove, a dicembre, terminano le 52 settimane di cassa integrazione.
Infine, anche il "Sole 24 ore" (uno dei giornali più solidi), che si affida a un centro stampa di Budrio, ha annunciato che ad aprile 2010 se ne vuole andare.
Tutti questi dati stanno a dimostrare che si sta assistendo a un forte ridimensionamento di questa categoria produttiva: a rischio ci sono 150/200 posti di lavoro.
E’ una ecatombe che segue quella di poco tempo fa delle cartiere, ormai sparite dal territorio di Bologna.
Secondo Assografici la ripresa non ci sarà prima del 2011. Insomma, non c’è da stare per niente allegri.