Un fondamentalista fondamentale

Garagnani, dal “telefono-spia” al “telefono-verità”

Continua ad avercela con insegnanti comunisti e marxisti, le sue cornette lo avvisano di “minaccie” (sì avete letto bene proprio con la “i”) a chi si oppone alle strumentalizzazioni della sinistra, ma lui è contento: finalmente più a destra di lui oggi non c’è nessuno.


14 settembre 2009 - Valerio Monteventi

telefono spia “Ritengo più che mai valido il monito del Ministro Gelmini volto ad evitare la politica nelle scuole, monito che si adatta perfettamente a Bologna e all'Emilia-Romagna”.
Chi è stato a proferire queste parole oggi pomeriggio?
Se provassimo a porre questo questito a cento cittadini bolognesi con quoziente intellettivo “0,25”, almeno 98 darebbero risposta certa (senza ombra di dubbio): si tratta di Fabio “Spia” Garagnani, il “guardone telefonico” della scuola bolognese, il “monaco” della politica clerico-feticista (risposta di destra al catto-comunismo).
Fabietto a questa attività, nel corso della sua vita movimentata, ha dedicato anima e corpo, tanto da non trovare mai il tempo di sposarsi (anche se, coi tanti interventi che ha fatto sul tema della famiglia fa finta di esserne uno dei massimi esperti).
Chi lo conosce bene afferma che il suo rammarico più grande sia quello non aver potuto partecipare, per ragioni d’età, alle elezioni del 1948, quelle dove vennero sconfitti “drasticamente” comunisti e fronte popolare.
Per rifarsi da questo cruccio ha sempre cercato di posizionarsi a “destra che più a destra non si può nemmeno col candeggio”, pur essendo stato, nel corso degli anni, segretario cittadino e provinciale della Dc, segretario provinciale del fu Cdu di Buttiglione, coordinatore provinciale di Forza Italia, per tre volte consigliere regionale, per due volte consigliere comunale a Bologna, per due volte parlamentare.
Per anni ha sofferto tremendamente la concorrenza di Alleanza Nazionale, oggi, con l’avvento del PDL (finalmente FI e AN assieme), non c’è nessuno che lo superi a destra (aveva già pronto, per le ultime elezioni, uno slogan a proposito “diffidate delle imitazioni dell’estrema destra, più integralista di Garagnani non si può”, ma poi all’ex ragazzo timido, proveniente dalla parrocchia di San Giovanni in Persiceto, hanno consigliato che sarebbe stato troppo… avrebbe potuto essere soprannominato il Talebano e la cosa avrebbe potuto far pensare ai musulmani e allora sì che il messaggio sarebbe stato controproducente)

Tornando all’oggi (pomeriggio), Garagnani (da responsabile nazionale scuola del Popolo delle Libertà) si è avventurato sul versante della neutralità. Leggete cosa ha scritto: “Il mio è un invito a prendere posizione sul principio fondamentale della neutralità della scuola rispetto alle fazioni politiche, alla necessaria autonomia dalle pressioni degli Enti locali al ruolo di dirigenti e docenti volto unicamente al compito alla funzione educativa e non alla strumentalizzazione politica di vicende locali o nazionali”.
Garagnani, che da piccolo avrebbe voluto fare il prete, dopo aver battezzato, un po’ di tempo fa, il suo capolavoro “telefono-spia” (con cui raccoglieva segnalazioni, casi concreti e perfino “minaccie”… si proprio quelle con la “i”, in mezzo tra la “c” e la”e”, che sono più pericolose delle minacce normali), oggi lo ha ribatezzato "telefono verità". Dicono che sia per questo che in tutto il del centro-nord sia arrivata un’impegnativa ondata di maltempo.
Dalla sua cornetta della verità ha esortato “quei dirigenti e docenti che ancora in questi giorni hanno criticato duramente la politica scolastica del governo a cambiare il loro atteggiamento, ricordandosi che il loro ruolo è quello di educatori non quello di esponenti politici... fino ad ora si sono dimostrati succubi a logiche estranee al mondo della scuola che chiede soltanto di approfondire la cognizione delle varie discipline non certo di essere edotto su presunti tagli o su concezioni scolastiche strumentali”.

Che lirica… dopo tutte le cazzate che abbiamo ascoltato nei mesi scorsi… è proprio necessario continuare ad avere dei pregiudizi, come se il buon Fabio fosse un modesto pretino di campagna?

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