Con un “francesismo alla bolognese” si potrebbe dire “la merda che si rivolta al badile”, del resto diventa difficile trovare barlumi di sensatezza in questa "guerra preventiva” ai writer’s, in questa gara quotidiana a chi fa la faccia feroce contro i comportamenti giovanili “inopportuni”. Ieri i giornali davano risalto al foglio di via minacciato dalla Questura contro uno studente universitario dell’Onda, beccato a tracciare scritte sui muri in solidarietà a 4 compagni arrestati e, oggi, Manes Bernardini trova spazio sulle accoglienti pagine del Resto del Carlino con le proposte della Lega Nord: “Condannare i graffitari a ripulire muri e saracinesche che hanno imbrattato”.
Non fa a tempo a leggere il sottotilo sul “giornale della città” e il consiglire comunale di SD, Libero Mancuso(già assessore alla Sicurezza di Sergio Cofferati ed ex magistrato), prende carta e penna e, di buon ora, scrive un comunicato di cui nessuno sentiva l’urgenza: “Si tratta di una proposta copiata dal centrosinistra, da una norma del nostro pacchetto che portammo al Ministro dell'Interno della precedente legislatura. La norma prevedeva esplicitamente la possibilità della conversione del processo e delle pene nella disponibilità a riportare i luoghi imbrattati alla precedente condizione. Nell'ordinamento italiano esiste dal 1981 la possibilità di convertire le pene pecuniarie in lavori nell'interesse dello Stato, della Regione, della Provincia, del Comune e in generale della pubblica utilità. Quindi, sarebbe sufficiente estendere questa previsione anche per gli atti che prevedono pene minime e prevedere l'estinzione del processo in cambio della restituzione alla condizione precedente dei luoghi imbrattati”.
La stoccata di Mancuso poi si fa più pungente di una zanzara: “Innanzitutto quando si fa parte i partiti di Governo bisognerebbe rivolgersi a chi ha la maggioranza in Parlamento…”
Non è passato molto tempo da quando tutti i giornali cittadini diedero spazio a un prete paranazista secondo il quale il giusto castigo contro un graffitista sarebbe stato “denudarlo e verniciarlo con la sua stessa bomboletta”. Sono gli stessi giornali che hanno sosteneuto incondizionatamente il sindaco Delbono che ha fatto della lotta ai graffiti il suo primo impegno amministrativo: “Vorrei che quei tre su cento si sentano tanto in colpa da non sfogare le loro pulsioni grafomani sul portico del muro sotto casa” (scrisse in un editoriale appena eletto sul Corriere della sera).
Se questo è il clima, stupisce chi si stupisce del foglio di via per una scritta contro la repressione su un muro della città. Fare peggio di Cofferati non è così difficile, il cofferatismo ha tanti allievi zelanti… avanti così siamo sulla buona strada.