In totale 454 dipendenti, l'azienda, che produce macchine per il movimento terra nell'edilizia, rischia la chiusura "entro due anni" a causa del piano industriale di Fiat che prevede il ritorno ai livelli produttivi di 5 anni fa e, quindi, la chiusura dello stabilimento.
In attesa di raggiungere questo "obiettivo", il piano prevede l'alternanza di cassa-integrazione e mobilità.
A Giugno di quest'anno i lavoratori cominciavano così a riunirsi in assemblea permanente e ad organizzare un presidio/picchetto stabile ai cancelli della fabbrica. La richiesta formulata fin dal principio era ed è la convocazione di un tavolo di trattativa a cui fossero invitate Governo, nella figura del Ministro Scajola, Regioni e Sindaci.
"In due mesi non è cambiato nulla, ora la lotta si fa più dura. La sciopero di oggi è contro la mancata convocazione del tavolo istituzionale che richiediamo da tempo", spiega un sindacalista della Fiom Cgil di Imola.