Un dibattito che stenta a decollare

Le norme sulla Sicurezza sono liberticide

Bruno Giorgini è un docente di Fisica dell’Università di Bologna. Negli anni ’70 era stato un dirigente di Lotta Continua, poi scioltosi il gruppo, nel 1977, fu molto attivo nel “movimento”. Per questa sua scelta fu colpito duramente, costretto prima alla latitanza e, dopo l’arresto in Francia, a un periodo di detenzione. Dopo trent’anni di abbandono della politica attiva, è ritornato recentemente ad impegnarsi con “Bologna Città Libera”, dove coordina un gruppo di lavoro su “Scienza e Democrazia”. Con questo articolo propone l’urgenza di un confronto sui pericoli che si corrono rispetto ai provvedimenti adottati dal Governo.
13 luglio 2009 - Bruno Giorgini

Bruno Giorgini Quando analizzando il cosiddetto Pacchetto Sicurezza del Ministro Maroni si parla di “leggi razziali” non si fa una forzatura. Il riferimento al nazionalsocialismo non è retorico o iperbolico ma specifico. Tutta la prima parte della legislatura che vede Hitler cancelliere e il Reichstag ancora funzionante (i nazisti hanno “soltanto” la maggioranza relativa in parlamento), è dedicata a introdurre norme penali che rendono criminali cittadini che non hanno commesso alcun crimine. La prima è il divieto di fumo nei luoghi pubblici (Hitler era un fanatico salutista), la seconda vieta agli ebrei l'ingresso e la frequentazione delle piscine pubbliche; chi contravviene a queste regole è passibile di sanzioni penali.
Con questo non voglio dire che il nostro governo persegua una politica nazista. Certo che se si mette assieme la legge sulla sicurezza con l'enunciato berlusconiano di qualche tempo fa, contro una società multietnica e multiculturale, beh i segnali si accumulano in modo inquietante.
Anche le violazione dei diritti umani è specifica. Si riferisce all'articolo della carta dei diritti universali dell'uomo che vide come madrina Eleonora Roosvelt, dove si sosteneva che nessuno può essere portato in giustizia/giudizio per le sue convinzioni religiose o politiche o ideologiche o per la sua condizione sociale (e quale condizione è più limpidamente sociale di quella del migrante), ma soltanto per fatti eventualmente commessi.
Lo stesso va detto per i diritti civili. Da nessuna parte del mondo che io sappia ci vuole il permesso di soggiorno, perchè di questo documento si parla, per maritarsi e/o per iscrivere i figli all'anagrafe. Ovunque basta un documento d'identità riconosciuto valido (passaporto o altro). Inoltre in stati come USA o Francia o Gran Bretagna eiste il diritto del suolo, ovvero chi nasce sul suolo francese acquisisce ipso facto la cittadinanza francese. La grande variazione con l'arrivo della destra al governo, che ha creato scandalo, è stata che, se prima con Mitterand al 18 anno d'età valeva il silenzio assenso, ovvero se il ragazzo non rinunciava alla cittadinanza francese esplicitamente diventava francese anche nella maggiore età, adesso un ragazzo di origine algerina, per esempio, deve dichiarare esplicitamente di volere la cittadinanza francese.
Francamente non so perchè la sinistra e il centro-sinistra italiani non abbiano mai proposto lo ius soli. Certamente non avere affrontato questo tema al momento giusto ha favorito la Lega Nord e la possibilità che una legge come quella sulla Sicureza, basata sul rendere criminali centinaia di migliaia di persone, sulla negazione dei matrimoni misti, sulla violenza brutale che separa i genitori senza permesso di soggiorno dai figli, fosse più o meno accettata senza colpo ferire in parlamento e per ora anche nel paese.
Che questa legge violi lo spirito e la lettera della Costituzione è evidente, comunque si comporti il Presidente della Repubblica e qualunque cosa dirà la Corte Costituzionale.
Ovvio che una società politica e civile che partorisce una legge di stampo totalitario e razziale come quella sulla Sicurezza è pericolosamente avviata su una china liberticida. Dopo questa legge tutti siamo meno liberi e tutti dobbiamo vergognarci molto, le persone di sinistra più di tutte, quelle che hanno responsabilità istituzionali ancor peggio. L'Italia per molti versi in sfacelo, è ora anche il più razzista degli stati europei.
Da qui la necessità di mobilitarsi, inventando una strategia di contrasto fondata sull'opposizione capillare alla legge nella società, parlandone ovunque, non dando per scontato niente. Se si comincia a farlo si vedrà che molti sono incerti o addirittura d'accordo, molti che non sono fascisti o leghisti. Ci vuole molta pazienza e tolleranza (“la politica è una mano tesa al nemico perchè cambi”, parole di Don Milani) ma anche molta determinazione. Mi piace qui ricordare che i reati/crimini contro l'umanità sono gli unici che non vanno in prescrizione e, in genere attengono proprio la violazione dei diritti umani, da cui la possibilità di denunce alla corte dell'Aia).
Bisogna attivare l'obiezione di coscienza che non riconosce questa legge come legittima, perchè la Carta dei diritti universali dell'uomo a cui prima mi riferivo fa premio sulle legislazioni nazionali e, inventando delle forme sostanziali capaci di scompaginare, andando ben oltre la protesta rituale che il governo ha già messo in conto. Occorre un’obiezione di coscienza rigorosamente pacifica, meglio non violenta ma incisiva, basta d'altronde leggere Gandhi per trovare esempi non tanto lontani e non impraticabili.
Infine, proclamiamo che a Bologna nessuno è straniero, e oraganizziamoci perchè questo avvenga in ogni piega della società dagli ambulatori ai luoghi di abitazione eccetera. E perchè no, negli uffici dell'anagrafe, nei tribunali, nelle scuole, ovunque… E con il maggior numero di realtà coinvolte, dalle organizzazioni culturali alle parrocchie ai centri sociali alle aule universitarie (sul serio i nostri accdemici giureconsulti non hanno niente da dire ai loro studenti su una legge siffatta?).