E' uscito il diciannovesimo numero di Zapruder, "Stranieri ovunque":
Editoriale
Andrea Brazzoduro e Gino Candreva Stranieri ovunque. Su una corda tesa
STRANIERI OVUNQUE. KALÈ, MANOUCHES, ROM, ROMANICHELS, SINTI...
Mauro Turrini, Tra stigma e riappropriazione. La questione dell’origine degli “zingari” e dei “rom”
Benedetto Fassanelli, Un’ostinata autonomia. I rom nell’Europa moderna
Tommaso Vitale, Da sempre perseguitati? Effetti di irreversibilità della credenza nella continuità storica dell’antiziganismo
Le immagini
Stefano Montesi, Casilino 900
Schegge
Luca Bravi, Colpirne cento e rieducarne uno. Internamento e sterminio dei rom nelle politiche del fascismo e del nazismo
Domenica Ghidei Biidu e Serena Marchetti, Abbecedario coloniale. Memorie di donne eritree nelle scuole italiane di Asmara
Stefano Agnoletto, Criticare la crisi. A proposito di una categoria fondamentale della storia economica e del suo uso pubblico
Luoghi
Gino Candreva, Sulukulè, La prima casa. Un insediamento millenario a Istanbul
Voci
Stalker/Osservatorio nomade, Campus rom. Pratiche autogestite dell’abitare
Altre narrazioni
Daniele Biacchessi, Le bombe nelle piazze, le bombe sui vagoni... Dall’inchiesta al teatro (a cura di Lidia Martin)
Storie di classe
Marco Brazzoduro, Rom e sinti a scuola. Luci e ombre della scolarizzazione
Interventi
Mathieu Rigouste, Meta-manuale di meccaniche securitarie. Introduzione alla funzione capro espiatorio nel dispositivo di dominio francese
Recensioni
Tommaso Baris (Mirco Dondi, a cura di, I neri e i rossi), Liliana Ellena (Poropora Marcasciano, AntoloGaia), Stefano Galieni (Antonio Moresco, Zingari di merda), Diego Giachetti (Antonio Benci e Maurizio Lampronti, a cura di, Spoon River 1968), Maria Miseo (Timea Junghaus e Katalin Szekely, a cura di, Paradise lost), Andrea Tappi (Michele Colucci, Lavoro in movimento)
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Dedidato quest'anno a "Le altre narrazioni della storia. Linguaggi, pratiche e uso pubblico del passato", il SIMposio è "un laboratorio storiografico che intende rompere i confini e le distinzioni tra storia militante e pratica scientifica, tra sapere alto e divulgazione e rimettere in comunicazione luoghi e soggetti diversi attraverso cui si articola la produzione del sapere storico. La forma stessa del SIMposio intende suggerire un’orizzontalità dell’approccio comunicativo che coniughi in modo nuovo discussione scientifica e impegno civile".