Inventiva, creatività, estro, vivavicità, tutte parole che dal 2009 al 2013 risulteranno clandestine nei palazzi di governo cittadini. Leggendo l’elenco dei nomi della compagine del neo-sindaco Flavio Delbono si ha la certezza che l'”Allegro brioso” non sarà una caratteristica del suo stile amministrativo. E’ certo che per cinque anni non vedremo nessuna “entrata di ottoni che si annuncia con il pianoforte ed il sostegno di tutta l'orchestra”. Probabilmente sarà l’”Andante comodo” a fare tendenza a Palazzo d’Accursio, infarcito da una dose di “severità” che rischierà molto presto di scivolare nell’arroganza dei cinque anni del mandato cofferatiano.
Ci scuserete la divigazione da “musica classica”, ma era il modo più consono per salutare la presenza (gradita a chi?) in Giunta di Nicoletta Mantovani (più conosciuta come vedova Pavarotti) che avrà le deleghe della Promozione culturale e delle Politiche giovanili (chissà se nello svolgimento di questi compiti dovrà occuparsi anche del rapporto con i Centri Sociali autogestiti).
Più concretamente gli incarichi della Mantovani stanno a significare che si occuperà di rassegne estive, iniziative natalizie e di fine anno e di qualche evento che verrà definito grande perché gireranno un po’ di soldi.
Ma di “cultura” in qualche modo si dovrà occupare anche l’ex manager della Latte Granarolo, Luciano Sita, che ha ricevuto le deleghe alle Attività produttive, al Turismo, alla Città storica, al Patrimonio artistico e culturale (che vuol dire il resto del settore cultura: istituzioni musei, istituzione biblioteche ecc)
Fece una cosa simile Guazzaloca (senza fare un assessore) avocando al Gabinetto del Sindaco tutti gli eventi.
In ogni caso non ci sarà molto da ballare. Alla fine Sita rivolgerà la sua attenzione alle attività produttive e si occuperà poco di cultura (del resto, qualche giorno fa l’ha detto lui stesso di non essere all’altezza), lasciando fare ai dirigenti. Per quanto riguarda, invece, la delega alla “Città storica” dovrà occuparsi nella pratica di gestire gli accordi con Roversi Monaco e la Fondazione Carisbo che che sta portando a termine il “Museo di città” e che tiene saldamente in mano i cordoni della borsa dei soldi.
Quindi sul versante culturale non ci sarà da stare molto allegri… Tutto questo pensando che veniamo dai cinque anni dei “deserti culturali” della signora Marina Deserti (l’importatrice di champagne prestata alla politica per la giunta di Guazzaloca)… e che poi ne abbiamo avuti altri cinque con Guglielmi che è stato a lungo nel suo mondo (un po’ snob, un po’ nostalgico di Rai 3, un po’ troppo legato agli eventi di grande impatto) e che ha iniziato a occuparsi delle produzioni culturali in città quando è andato a culo con Cofferati (ma ormai il mandato era finito)…
Ma molto peggio degli operatori culturali staranno i cittadini che nel prossimo mandato avranno il problema della casa e che si troveranno di fronte un’assessora come Milena Naldi… poveri loro!!! La signora Naldi aspirava ad occuparsi di cultura e di diventare “assessore al bello” e, invece, avrà di fronte i “brutti sporchi e cattivi” che non hanno un’abitazione, o che non ce la fanno a pagare l’affitto e si trovano sfrattati per morosità o sono casi sociali che non hanno un tetto sotto il quale ripararsi. Tra le altre cose, la Naldi, nei giorni scorsi si è resa protagonista di una piazzata nei confronti del segretario regionale dello SDI, Paolo Zanca, perché scoperto a parlare confidenzialmente con Delbono (lei dice per portarle via il posto e darlo a un socialista). Certo che se queste sono le avvisaglie di unità che Sinistra per Bologna (cartello elettorale comprendente Sinistra Democratica, vendoliani e socialisti) propugna, c’è stare freschi.
Veniamo agli altri.
Simonetta Saliera è stata per due volte sindaca di Pianoro, è una PD che viene dai DS, era abituata ad amministrare un paese che non aveva più di dieci semafori e dovrà gestire la patata bollente del traffico.
Maurizio Degli Esposti, fedele uomo di apparato (PD ex DS), è stato negli ultimi cinque anni presidente di Quartiere Borgo Panigale, col suo fare da bonaccione ha coperto tutti gli sgomberi di Cofferati sul Lungoreno senza fiatare. Avrà la delega all’Urbanistica (ne avrà le competenze?), la delega alla Sport (su un giornale si è letto che stato in passato presidente dell’UISP) e poi gli hanno buttato lì (dato che avanzava) anche la delega all’ambiente. Del resto, se nei cinque anni precedenti l’assessore all’ambiente è stata Anna Patullo, significa che in questa città i temi della difesa ambientale, della tutela del verde, delle nuove fonti energetiche, della raccolta differenziata dei rifiuti non fanno parte delle priorità dell’agenda di chi governa.
Luisa Lazzaroni (già stretta collaboratrice di Delbono in campagna elettorale), anche lei Democratica ma di provenienza Margherita. Ha avuto assegnate le deleghe per associazionismo, volontariato e anziani. Memorabile la sua presenza in scialle di lana nero a un convegno, a fianco di Cevenini.
Altra PD (ex DS, della corrente di De Maria) che entra in Giunta, dopo essere stata scartata in Provincia, è Simona Lembi, a cui sono state assegnate le deleghe alla scuola, all’infanzia e alle pari opportunità.
Dopo tanto PD, ecco l’assessore dell’Italia dei Valori, Plinio Lenzi. L’esponente dipietrista (trombato come consigliere provinciale) si deve “accontentare” di commercio, lavoro e protezione civile. Si era parlato di lui come vice-Delbono in virtù di un accordo pre-elettorale tra Pd e Idv, ma invece non è stato così. Chi conosce Plinio fin da piccolo, quando con lui giocava all’oratorio della parrocchia di San Donato, dice che da bambino non brillava di luce propria, ma era un furbetto che riusciva ad infilarsi nel buco giusto. Questa è la filosofia di vita che l’ha accompagnato anche nella carriera politica.
A proposito di assenze e di progetti non andati in porto, in Giunta niente Cgil e niente Pdci: resta fuori Bruno Pizzica, segretario provinciale dello Spi-Cgil, a lungo dato per certo alle Politiche Sociali. E non ottiene un assessorato neppure il Pdci che, pochi giorni fa, sembrava poter essere rappresentato da un altro sindacalista della Cgil, Mauro Alboresi (si era parlato anche della maestra del movimento No Gelmini, Stefania Ghedini, alla scuola, ma Delbono non andava bene per via del finanziamento alle scuole private). La CISL, invece, è ben rappresentata dal’ex segretario regionale Cremonesi che è stato nominato capo gabinetto del sindaco.
Non c’è spazio in giunta nemmeno per Maurizio Cevenini. Confermando le indiscrezioni dei giorni scorsi, mister 4000 preferenze (tante ne ha conquistate alle ultime elezioni), sarà “solo” il nuovo presidente del consiglio comunale, bissando il ruolo che aveva ricoperto in Provincia nello scorso mandato.
Per concludere, veniamo ai due pezzi forti della squadra del “sindaco mantovano”: il primo è William Rossi, definito un ex Visco-boys (a suo merito la scoperta della maxi evasione fiscale del suo omonimo Rossi valentino). William proviene dall’Agenzia delle Entrate e sembra stato segnalato a Delbono dall’ex direttore generale di Palazzo d’Accursio Massimo Romano (uno che non ha lasciato un gran ricordo di sé a Bologna). Al signor Rossi vanno le deleghe al bilancio, società partecipate e patrimonio.
“Tutti in riga… allineati e coperti… presentat arm…”, a ringhiare questi messaggi in sala di Giunta sarà Claudio Merighi, il sergente di ferro di Cofferati, che dagli scranni del consiglio comunale, come capogruppo del PD, bastonava (metaforicamente) a comando gli avversari politici. Le parole che solitamente vengono usate per descrivere l’ex vigile non sono proprio urbane, ma Merighi ci ha messo del suo per crearsi questa immagine (che del resto non gli dispiace). Al sempre fedele Claudio (sicuramente più di un carabiniere) è assegnato il ruolo di vicesindaco, ma anche di coordinatore politico della giunta e in più, dato che è uno sgobbone, gli sono state assegnate le deleghe ai Lavori Pubblici e alla Comunicazione.
Anche il sindaco, alla fine, non è rimasto a mani vuote: ha tenuto per sè le deleghe alla città metropolitana, alla Sicurezza , all’Università, ai Rapporti Demanio-Stato (in sostanza la partita delle aree militari), la Cooperazione internazionale e l’Integrazione Socio-sanitaria.
L’ultimo commento è di una giornalista di un settimanale di costume, mandata a Bologna per l’occasione: “Non mi sembra che per quanto riguarda il sex appeal questa Giunta brilli molto…”
Facendo il verso allo slogan della campagna elettorale di Delbono, una collega la stoppa: “Sicuramente a Bologna c’è del meglio… ma dopo tutte le polemiche sulle prestazioni erotiche del sindaco un po’ di sana castità non guasta… Del resto, lo ha detto anche Monsignor Vecchi all’assemblea di Unindustria… Delbono è l’unico che si è occupato dell’anima”.
Come si dice da queste parti: a sem a’ post…