Un libro sulla Cooperativa Megaride di Napoli

Da classe operaia a classe dirigente

E' in uscita il libro "Da classe operaia a classe dirigente: La Cooperativa Megaride, un'impresa dei lavoratori...", di Federica Pighetti, Igor Papaleo e Luigi Izzo. Una storia che dimostra "come operai coscienti siano capaci di gestire, programmare, far avanzare, autonomamente, la propria azienda pur senza alcun aiuto economico né sostegno politico da coloro che avrebbero dovuto - per definizione - sostenerne la lotta".


24 giugno 2009

megaride Quella dei Cantieri Navali Megaride di Napoli è stata una storia di autentica lotta di un manipolo di operai del Porto di Napoli contro l'arroganza del padrone, i licenziamenti, la chiusura del Cantiere. Oggi quella stessa lotta continua - nella forma di un'esperienza viva e vitale di autorganizzazione produttiva collettivizzata - contro le difficoltà, gli ostacoli, i ricatti che il sistema economico capitalista impone a chiunque cerchi di sottrarsi alle sue logiche.Contrapporsi al Capitale e trasferire i mezzi di produzione nelle mani dei lavoratori è un obiettivo tangibile, praticabile, perfino - e seppur con enormi limiti - in un sistema dominato dal capitalismo e le sue leggi.

È questo il grido di guerra che la Cooperativa Megaride ha lanciato, dimostrando come operai coscienti siano capaci di gestire, programmare, far avanzare, autonomamente, la propria azienda pur senza alcun aiuto economico né sostegno politico da coloro che avrebbero dovuto - per definizione - sostenerne la lotta

DALL´INTRODUZIONE:

I Cantieri Navali Megaride di Napoli sono ormai una realtà. Caso unico di cooperativa di produzione e riparazione navale oggi attiva in Italia. La loro storia, viene da lontano. Fatta di passaggi di proprietà e lotte del Lavoro, riorganizzazioni aziendali imposte da gestioni fallimentari ed agitazioni sindacali di emancipazione e di riscatto. Storia lunga e tormentata, la loro. (...) Un libro, "Una storia di lotta e resistenza operaia a Napoli. I Cantieri Navali Partenopei 1933-1998", autofinanziato dai lavoratori in occupazione del cantiere, ne ricostruisce in maniera sintetica ed esemplare le vicende storiche, politiche e sindacali. Il libro si conclude, infatti, poco dopo la costituzione degli allora Cantieri Navali Partenopei in Cooperativa sotto controllo operaio, quando, nell´autunno del 1998, i lavoratori bloccarono l´ultimo tentativo dell´Ecolmare di prendere in affitto il cantiere per 18 mesi, senza l´intenzione di rilevare l´azienda in futuro e assumendo solo 9 operai su 62. La determinazione nella lotta, la chiarezza del percorso e la convinzione negli obiettivi immediati e generali portò gli operai dei cantieri non solo a "persuadere" la società sorrentina a rinunciare agli accordi presi con la curatela per poi entrare nella cooperativa in qualità di socio sovventore, ma, soprattutto, a presentare - e con i fatti imporre - un piano industriale alternativo.

Il rilancio dell´azienda in termini cooperativi e, quindi, il rilevamento degli impianti di produzione risultarono, allora, essere il mezzo tramite il quale conseguire l´obiettivo della massima occupazione, prevedendo, in questo modo, il reintegro di tutte le unità lavorative prima e, addirittura, l´incremento degli organici poi.

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