Anche se manca meno di un mese all'apertura dei lavori del G8 2009, il percorso di contestazione del summit è irto di difficoltà e ancora carente di momenti di riflessione collettiva. Al tentativo del governo di frammentare le lotte, disseminando in tutto il territorio vertici "settoriali", si è aggiunta l'ipocrita speculazione sul dramma vissuto dalle popolazioni abruzzesi, che mira a fomentare le paure più irrazionali della gente, aizzando gli animi contro una paventata "calata dei barbari" che aggiungerebbe distruzione e disordine alla già tragica situazione abruzzese. Da questo punto di vista, la mossa di spostare il vertice dall'isola de La Maddalena alla città de L'Aquila - devastata dal sisma del 6 aprile - ha lo scopo di rilanciare l'immagine del governo, preparare enormi progetti speculativi e mettere in difficoltà i movimenti che da anni si oppongono ai vertici internazionali.
L'assemblea del 1 giugno a L'Aquila, chiamata dallo spazio di movimento 3.32, ha costituito uno dei pochi momenti di confronto tra le realtà di varie parti d'Italia. Purtroppo erano assenti molte strutture rappresentative sia in termini geografici che politici: mancava buona parte del nord (per esempio Genova - sede dell'ultimo G8 italiano - e Torino - che ha ospitato i lavori del G8 University Summit); i compagni sardi che sul G8 stavano lavorando fino a poco fa, i compagni siciliani e leccesi che hanno organizzato rispettivamente le mobilitazioni contro il G8 Ambiente di Siracusa e il G8 Economia di Lecce; erano assenti
anche molte realtà romane, emiliane e toscane. Le assenze e la discussione hanno dato il quadro delle difficoltà che attraversa il movimento italiano.
L'assemblea, in cui è mancato un serio bilancio dei diversi momenti di mobilitazione anti G8 di questi ultimi mesi, era chiamata a decidere su come strutturare la protesta contro il vertice internazionale e sulla possibilità di tenere questa stessa mobilitazione sul territorio abruzzese. Purtroppo la drammatica situazione di questo territorio, soggetto ad una militarizzazione ed una repressione preventiva senza precedenti, insieme alle valutazioni delle realtà abruzzesi sulla difficoltà di mobilitazioni in loco, hanno finito per condizionare tutta la discussione. La giusta preoccupazione di tener conto delle condizioni materiali in cui vivono gli abruzzesi, e la necessità di interloquire con chi vive nelle tendopoli, si è trasformata in un alibi per posizioni che, in nome di una "ragionevolezza" che sa di opportunismo, formulata con i toni di chi evidentemente ritiene d'essere il solo
rappresentante delle lotte, proponevano esclusivamente mobilitazioni di carattere territoriale, negando ed impedendo nei fatti la possibilità di un appuntamento unitario e nazionale anticapitalista per far risaltare la propria battaglia locale. Trovandosi così pienamente d'accordo con i settori più moderati ed istituzionali del movimento, tanto che, a giustificazione di tali proposte, qualcuno non ha mancato di evocare preoccupazioni che ci sono da sempre estranee, come l'arrivo in Italia di soggetti internazionali che solo da un Maroni ci aspetteremmo definire "irresponsabili"!
Altre realtà presenti hanno invece espresso la necessità di non cedere al ricatto del governo e di non far venir meno un'iniziativa unitaria e di massa.
Alla fine la decisione definitiva sul da farsi è stata rinviata al prossimo incontro nazionale del 21 giugno.
Come Rete Campana No G8 - In Solidarietà con le Popolazioni dell'Abruzzo ci siamo espressi in maniera chiara ed in opposizione a quella che noi definiamo una vera e propria deriva. Ribadiamo ancora una volta che, ferma restando l'opportunità di organizzare momenti di avvicinamento e preparazione alle mobilitazioni contro il G8 di respiro locale, siamo a
favore di una manifestazione nazionale e internazionale, che essa sia all'Aquila, a Roma o in qualsiasi altro posto in cui si svolgeranno i lavori del G8. Non possiamo consegnare al governo una vittoria, cedendo al tentativo di frammentazione delle lotte, regalandogli l'unico G8 senza corteo di protesta, per di più in tempo di crisi . Non possiamo cedere all'operazione di terrorismo psicologico che è stata costruita approfittando dello stato d'animo della popolazione abruzzese. Abbiamo anzi il dovere di dare voce, amplificandola, alla crescente rabbia della gente dei campi, che subisce ormai da mesi una soffocante
militarizzazione, l'uso della protezione civile come forza di polizia, la mancata diffusione di giornali e di informazione in genere
(figuriamoci di controinformazione!), il divieto di assemblea, il timore più che fondato di tempi lunghissimi per la ricostruzione e di speculazione edilizia che devasterebbe un territorio già duramente provato dal sisma.
Crediamo inoltre che un momento di respiro nazionale e internazionale sia necessario per recuperare il filo rosso delle proteste contro le politiche guerrafondaie, imperialiste, neoliberiste che cercano, giorno dopo giorno, di riversare sulle spalle delle fasce sociali più vulnerabili i costi della crisi.
Rete Campana No G8 - In Solidarietà con le Popolazioni dell'Abruzzo
Area Antagonista Campana,
Collettivo Autorganizzato Universitario,
Confederazione Cobas,
Red Link,
Rete Campana Salute Ambiente,
Laboratorio Occupato SKA,
Ass. Marxista Unità Comunista,
Movimento di Lotta per il Lavoro Banchi Nuovi,
MDA (B. Buozzi),
MDA (ex Macello),
Zona Orientale,
Idea Nord,
Sedile di Porto
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