Alla Fischer come alla Sabiem

Quando la fabbrica si svuota

Alla Georg Fischer, con sedi a Granarolo e Castel Maggiore, va in scena la crisi. Con decisione unilaterale, mentre erano in corso le trattative coi sindacati, arrivano i camion e iniziano a portare via pezzo pezzo la fabbrica. Gli operai accorrono, seguiti dalle istituzioni locali, ma inutilmente. La Sabiem fa scuola?


2 giugno 2009 - gattorosso

La scena si era già vista ormai due anni fa, quando i tir varcarono i cancelli della Sabiem, vicino all'Ospedale Maggiore. Fabbrica smontata e pezzi portati via per essere venduti o "ricollocati". Gli operai lasciati in mezzo a una strada. Istituzioni tutte impotenti e inconcludenti.

Operaio al lavoro alla Fischer

Ieri davanti ai cancelli della Georg Fischer di Granarolo, una ditta tedesca di componenti idraulici per l'agricoltura, la scena si è ripetuta. Gli operai, avvisati da un concittadino, accorrono alla fabbrica e vedono i tir che sono già dentro, al lavoro per smontare e "spostare" la fabbrica. L'azienda ha deciso, con comunicazione alla stampa, di chiudere entrambe le sedi bolognesi, nell'ottica dello "snellimento anti-crisi". Nel frattempo però erano in corso le trattative coi sindacati sulla chiusura, ma nè il Comune nè la Provincia, presenti nella persona del sindaco Lambertini e dell'assessore provinciale al lavoro Rebaudengo ai cancelli insieme alle forze dell'ordine, possono fare nulla. Dopo alcune ore di presidio, con alcuni dirigenti barricati dentro la fabbrica insieme agli avvocati, la scena madre.

Gli avvocati escono e, codice alla mano, citano gli articoli del codice penale "sulle manifestazioni non autorizzate" e "sulla libera circolazione di merci e macchinari" (!). Anche le forze dell'ordine impallidiscono. Gli operai, una cinquantina su circa un centinaio di dipendenti, alla fine abbandonano il presidio, forse convinti dalle istituzioni che non c'era più niente da fare, che era meglio "non aggravare la situazione con qualche gesto inconsulto". E si ritrovano ora senza lavoro. E senza aver potuto nemmeno dire una parola, neanche tramite i sindacati, visto che la trattativa era formalmente in corso ed avrebbe dovuto chiudersi intorno alla metà di luglio. Ora si attende lo smantellamento anche a Castel Maggiore.

Nel frattempo sul sito dell'azienda in questi giorni vengono illustrate le strategie aziendali per far fronte alla crisi: investimenti su altre aziende (business finanziario), licenziamenti ("ristrutturazioni") e rilancio delle compagnie di punta del gruppo. Gli operai di Granarolo e di Castel Maggiore non saranno gli unici a passare l'estate in "bianco".