Una proposta dello Uaar

Basta soldi pubblici alla Chiesa

Come utilizzare in maniera più intelligente i contributi che i costruttori edili versano al Comune.
29 maggio 2009 - Ramon

C’è una legge in Italia che consente ai comuni di devolvere all’edilizia di culto il 7% dei contributi versati da chi costruisce nei loro territori. E’ per questo motivo che l’anno scorso il Comune di Bologna ha destinato ben 4 milioni di euro ad enti religiosi. L’unione degli atei agnostici razionalisti ha quindi chiesto l’interruzione di questo flusso di denaro proveniente dall’urbanizzazione secondaria. Lo Uaar ha pure proposto che quegli stessi soldi vangano utilizzati per opere laiche: aree verdi, impianti sportivi, asili nido e scuole. Questa richiesta verrà rinnovata all’indomani dell’insediamento della nuova amministrazione comunale. Alla conferenza stampa dello Uaar, intanto, erano presenti solo alcuni dei candidati a queste elezioni: Monteventi, Tedde, Terra e Pasquino.

Si ricorda un precedente, nel bel paese, di un utilizzo più intelligente di questi proventi: si tratta del comune di Civitella in Val di Chiana. Qui, nel 2001, questo denaro venne utilizzato per abbattere le barriere architettoniche degli edifici pubblici. Ma nonostante si trattasse di un’evidente opera di bene, la diocesi locale aveva fatto ricorso. E il Tar l’aveva respinto. Intanto nessuno dei big candidati alla carica di sindaco della città felsinea ha risposto a questo appello e alle 10 domande laiche che lo Uaar aveva in precedenza posto. Ma colpire i poteri forti, si sa, non conviene a gente come Del Bono, Cazzola e Guazza. Forse che serbano il progetto di far di Bologna, per la seconda volta nella storia, una città papalina?