La polizia dello Stato sionista ha arrestato la giornalista israeliana Amira Hass, una delle penne più conosciute e critiche del quotidiano Ha'aretz, oltre che columnist della rivista Internazionale. Hass, 53 anni, nata da una famiglia ebrea d'Israele, ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui il Guillermo Cano dell'Unesco (2003) per la libertà di stampa, vive a Ramallah, in Cisgiordania. E' stata la prima giornalista israeliana a entrare nella Striscia di Gaza dopo che il governo di Tel Aviv ha proibito ai cronisti d'Israele (e non solo!) di entrare a Gaza, in seguito al rapimento del caporale Gilad Shalit, nel giugno del 2006. Osteggiata diffusamente in patria per le sue posizioni fortemente critiche dell'occupazione dei Territori Occupati e per la sua forte contrarietà alle politiche di guerra dello Stato sionista.
L'arresto è avvenuto al check-point del valico di Erez, all'uscita della giornalista dalla Striscia. Da Gaza Amira Hass ha raccontato e vissuto le drammatiche giornate di guerra dell'operazione Piombo Fuso, una delle poche voci presenti nei Territori durante il conflitto, vista la cappa di silenzio imposta dalle autorità d'Israele. E' stata arrestata in base alla legge che proibisce a un cittadino israeliano di risiedere in uno "stato nemico". Altro segno, in un furore propagandistico occidentale che dipinge Israele dentro un quadro di supposta "unicità democratica" in Medioriente, finalizzato all'intimidazione ed al tentativo di emarginazione di una voce scomoda rispetto alla dimensione liscia imperante in Israele.
Dopo il fermo è stata consegnata alla polizia di Sderot che l'ha rilasciata, in seguito al pagamento di cauzione, confermando però le accuse: dovrà risponderne in tribunale. Hass fu arrestata anche nello scorso dicembre, quando aveva lasciato la Striscia, dove era entrata su una imbarcazione del movimento di solidarietà "Free Gaza".
Tratto da InfoAut