> Ascolta l'intervento di Paolo Berizzi ( A cura di Radio Kairos)
Nel giorno della Liberazione di Bologna, il C.S. Tpo ha ospitato l'autore del libro "Bande Nere", uscito da poco nelle librerie e subito divenuto elemento di dibattito e causa di polemiche.
Un libro che ha colto nel segno, andando a "scoperchiare il calderone dell'estrema destra italiana" e traendone storie, simboli, ma anche legami "insospettabili" con numerosi esponenti della politica italiana.
Un viaggio tra "i fascisti del nuovo millennio" e i loro luoghi.
"Innanzitutto - esordisce Berizzi - "Bande Nere" è un numero: 150mila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo. E non tutti, ma molti di questi, nel mito di Hitler".
Diffusi in tutto il territorio nazionale, da Verona, culla storica della destra estrema, alla Calabria, passando per Milano e Roma. Cinque i partiti di riferimento, molti dei quali presenti anche a Bologna: Forza Nuova, Fiamma Tricolore, la Destra, Azione Sociale (formazione entrata da poco nel PdL), Fronte Sociale Nazionale, a cui si possono aggiungere anche il robusto retggio di AN (e di Azione Giovani in particolare) e la Lega, quest'ultima spesso molto vicina alle posizioni espresse da chi si specchia ancora nel Ventennio.
Ma il movimento di estrema destra è in espansione, una galassia dai molti pianeti: circa 200 i circoli, le associazioni, e i gruppi più o meno diffusi.
Presenti nelle scuole, nelle università, egemoni all'interno del panorama delle curve degli stadi (63 gruppi ultras su 85, il 75% delle curve negli stadi italiani), i "nuovi fascisti" fanno proseliti anche nel "sociale", spesso copiando deliberatamente pratiche da sempre appanaggio della sinistra e spacciandole come "il nuovo".
Nonostante questo, non perdono il vizio dell'aggressione e dell'azione violenta premeditata: negli ultimi tre anni (2005-2008) 330 aggressioni ai danni soprattutto di migranti, omosessuali, lesbiche e trans-gender, militanti di sinistra.
L'Italia sta vivendo un processo di "destralizzazione" che, secondo Berizzi, nasce in primis da un vuoto valoriale, da una crisi di identità e valori che non solo in Italia ma in tutta Europa ha visto il diffondersi della paura verso "il nuovo", in particolare verso le "nuove popolazioni" provenienti dall'immigrazione.
Non a caso l'immigrazione è il cavallo di battaglia di praticamente tutti i gruppi, i movimenti e i partiti della Destra politica italiana ed europea: "è come se prevalesse, soprattutto in un periodo di crisi come questo, lo slogan: "Salvo me stesso a scapito di chi sta peggio di me"", che è il migrante che arriva seguendo un sogno, un progetto di vita dignitosa.
Dentro questo clima, riaffiorano miti, simboli e riti che si pensavano seppelliti sotto le macerie della storia e che oggi ritornano prepotentemente a cavalcare il nazionalismo, il protezionismo, l'isolazionismo con la difesa "falangista" della cultura occidentale, della "nostra" terra e della "nostra" identità.
Aldilà dei personaggi più tristemente noti per il loro razzismo e xenofobia, l'autore ricava dall'inchiesta tutta una trama di legami, di fili a volte trasparenti che collegano le bande da stadio o da strada alla Destra "moderna e liberale", quella che governa le amministrazioni locali e che siede in parlamento e al governo.
Questo aspetto è quello che ha suscitato più malcontento all'interno del panorama delle "Bande Nere" e ha visto reazioni scomposte da parte di molti illustri personaggi della vita politica italiana che si sono trovati "smascherati" nelle loro frequentazioni e nelle benedizioni date qua e là. Pressioni costanti, giornaliere che l'autore e la casa editrice con lui hanno deciso di resistere.
"Vecchi e nuovi fascismi"
Ci sono pratiche "fossilizzate" che i giovani fascisti prendono in eredità dal Ventennio, dal neofascismo degli anni '70 e '80, ma ci sono anche molte pratiche "nuove": sono tutte quelle pratiche "copiate" dai loro avversari dell'altra parte politica.
I centri sociali, l'occupazione di case, il mutuo sociale sono terreni che da sempre sono stati percorsi e agiti dai militanti dell'estrema sinistra.
Oggi formazioni come CasaPound rincorrono apertamente la sinistra su questi terreni.
Il Blocco Studentesco, emanazione di Casapound, è espressione di un'altra assoluta novità: per la prima si sono visti sfilare in piazza in numeri non insignificanti giovani dell' "estremissima destra".
"Di questa affermazione, di questa presa di spazi da parte di CasaPound" - dice, lanciando una provocazione alla riflessione, Berizzi - "la sinistra ha una responsabilità, da quella istituzionale fino a quella più movimentista".
"C'è stato" - continua il giornalista - "un rallentamento della marcia, in generale, che ha consentito a CasaPound di occupare quesgli spazi, "forte" di una velocità che ha saputo mettere in campo"
Per onor di cronaca, è bene ricordare che ultimamente il sindaco di Roma Alemanno ha molto coccolato l'organizzazione guidata da Luca Iannone: dai patrocinii dati alle loro iniziative fino alla concessione dello spazio da cui prende il nome questo movimento, un enorme palazzo del valore di 600mila euro.
Dall'altra parte ci sono formazioni più "tradizionali" o meglio "tradizionaliste".
Forza Nuova si definisce un partito "cattolico", integralista e connotato fortemente contro l'immigrazione che proviene dal "mondialismo" (il loro modo di dire "globalizzazione").
La saldatura tra partiti e gruppi di matrice dichiaratamente fascista e il cattolicesimo integralista o tradizionalista è, per certi versi, l'altra "novità" del panorama politico della "nuova" destra.
Tosi, sindaco di Verona della Lega Nord, è riuscito prima di altri a concretizzare questo connubio, portandosi in dote personaggi del calibro di Miglioranzi, oggi capogruppo della lista del sindaco, ieri front-man del gruppo nazirock "Gesta Bellica" e balzato all'onore delle cronache per essere stato il primo condannato per istigazione all'odio razziale (legge Mancino).
Da Roma a Milano, dal Veneto alla Calabria, il neofascismo avanza, facendo leva su risposte immediate alla paura, alla diffidenza, al sospetto e appoggiandosi a molte poltrone, comprese quelle di chi siede in Parlamento.